L’economia digitale



Gli elementi caratterizzanti il XXI secolo sono internet,che è diventata una tecnologia pervasiva e il digitale. L’economia digitale,che si basa su queste tecnologie, è cresciuta sette volte più velocemente rispetto all’economia tradizionale.


L’internet economy vale 59 miliardi di euro,una cifra quasi doppia rispetto ai 31 miliardi del 2010.


Un dato significativo e in controtendenza, in tempi di crisi economica come quelli che stiamo vivendo oggi. Altri dati confermano la crescita di questo comparto.


Le aziende attive su internet fatturano,assumono ed esportano di più e sono anche più produttive rispetto a quelle tradizionali.


Le piccole e medie imprese attive in rete hanno registrato un’incidenza di vendite all’estero del 15% rispetto al 4% di quelle tradizionali.


Sono più di 800.000 gli addetti delle imprese digitali italiane.


Ma, nonostante questo trend di sviluppo, in Italia non abbiamo un numero sufficiente di persone che utilizzano internet con una connessione accettabile. E’ questo il tema della banda larga (accesso ad internet ad alta velocità) di cui parlano attualmente i principali mezzi di comunicazione di massa.


Le tecnologie digitali costituiscono oggi il reale motore della crescita economica nel mondo.


In Italia le imprese attive nel settore dell’internet economy fanno capo a Confindustria Digitale per un totale di oltre 250.000 addetti e realizzano un fatturato annuo di oltre 70 miliardi di euro.


Ma, nonostante quanto esposto in precedenza,che testimonia l’importanza strategica per il futuro del nostro Paese,l’economia digitale in Italia pesa solo per il 4% sul PIL e il ritardo dell’Italia nell’uso di internet è evidente (ben il 38% della popolazione non lo usa, per la precisione quasi 22 milioni di nostri connazionali sono fuori Rete).


Il problema non è solo legato alla diffusione della banda larga da implementare, ma anche all’invecchiamento della popolazione italiana che è composta in maggioranza da persone anziane che hanno poca dimestichezza con il mondo di internet e della tecnologia.


La formazione digitale è quindi un tema fondamentale dell’internet economy,su cui il nostro Paese sconta un notevole ritardo.


Un quadro, quindi,quello italiano,con luci ed ombre.


Bisogna spingere l’acceleratore sui percorsi di digitalizzazione del nostro Paese per adeguarci agli standard europei.


Il web è infatti un fattore trainante dell’economia globale ed ha straordinariamente aumentato l’accesso e la condivisione delle informazioni influenzando la vita di relazione (social network),la contabilità familiare (servizi bancari online),i canali di comunicazione (telefonia via internet),i comportamenti d’acquisto (e-commerce).


Nei Paesi che sfruttano con intensità il potenziale della Rete,l’economia digitale ha prodotto benefici notevoli in termini di contribuzione diretta al PIL nazionale, senza contare i benefici in termini di creazione di posti di lavoro.


L’Italia ha svolto un ruolo di primo piano nel panorama digitale degli anni Novanta (lancio della prima web mail,realizzazione di un portale turistico di grande popolarità) ma queste premesse hanno lasciato il posto al rallentamento registrato nel 2000.


Invertire questa tendenza costituisce un imperativo per il nostro Paese. Per far questo è necessario superare i cinque principali ostacoli che attualmente precludono uno sviluppo più sostenuto dell’economia digitale italiana:l’insufficiente accesso alla banda larga,la scarsa propensione all’e-commerce da parte dei consumatori e delle aziende,la solo parziale divulgazione dei servizi online nella Pubblica Amministrazione,alcuni limiti nel quadro normativo,la carenza di competenze digitali qualificate.

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