E’ finita l’era dei diritti di plastica. Oggi occorre una “democrazia dittatoriale”

Ma quali diritti? Dovrebbero essere quelli riconosciuti all’essere per essere definito a tutti gli effetti “umano”. Per questi motivi non necessiterebbero neanche di leggi in quanto insiti nella natura stessa dell’uomo. Ma poi è veramente così oppure è una invenzione per rendere la via più difficile? La vita di tutti s’intende, sia per quanti vogliono negarli, sia per quelli che li accampano. In tutto questo la religione non soccorre affatto, e parlo di tutte le religioni beninteso. Per esempio, quale dio ha mai affermato l’uguaglianza dell’uomo e della donna? Lasciamo stare per carità perché tra antichi testamenti e nuovi se non nuovissimi testamenti andremmo ad impelagarci in un mare di interpretazioni interessate. E dove è mai stato scritto, neanche in una semplice nota che lo schiavo è uguale al padrone? Sarà perché i primi passano agevolmente attraverso le crune degli aghi ed i secondi no? Una specie di discriminazione all’inverso? Una “democrazia dittatoriale” sarebbe l’ideale e non è una contraddizione. Perché, una “monarchia parlamentare” è una contraddizione? Dicono di no! Allora? Con questo sistema “democratico” si sceglierebbe un uomo che decide per tutti, che sapesse tradurre ciò che la gente veramente pensa con ciò che si deve fare sul campo senza demagogie. L’Italia è un paese che ha provato a realizzare una “democrazia dittatoriale” affidando ad un solo uomo il destino di tutti e lo ha tentato sia da destra sia da sinistra senza riuscirci a pieno. Non ci si riesce ancora perché manca la sanzione punitiva che renderebbe certa l’ottemperanza alle decisioni. Decisioni per forza di cose democratiche non nel senso demagogico della partecipazione, ma nel senso di essere necessarie all’umanità. “Democrazia dittatoriale” quindi di destra o di sinistra, ma democraticamente dittatoriale. Anche in questo caso, come è ovvio, non sarebbero prive di sostanza ideologica, ma avrebbero in ogni caso il potere decisionale e la certezza, almeno presunta, della necessità delle decisioni in un dato momento storico. Il passare da una “Democrazia Dittatoriale” ad un’altra, abbiamo visto, non provoca nessuno squilibrio evidente, né risulta essere di difficile attuazione tranne che per il destino della popolazione. Sarebbe giusto ciò che è giusto non ciò che piace certamente, almeno sulla carta e con beneficio d’inventario dal momento che l’uomo può sbagliare. Cosa ci facciamo con dei diritti di plastica che dopo tanti anni ci vengono tolti da un giorno all’altro? E se ci vengono tolti, non significa che non ne avevamo diritto? E se non ne avevamo diritto, allora, perché ce li hanno accordati? E se invece ne avevamo diritto perché ci vengono negati? Perché schiere di uomini hanno combattuto e sono morti per accamparli?

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