IRAN: Un leader religioso esorta ad applicare di più la pena dell’amputazione degli arti

CNRI – Un leader religioso iraniano, che è anche il rappresentante del leader supremo del regime iraniano nella provincia di Hormozgan (Iran meridionale), ha chiesto che venga applicata di più la pena disumana dell'amputazione della mano.

Ghulam Ali Naeem Abadi, che tiene regolarmente il suo sermone durante il venerdì di preghiera settimanale organizzato dallo stato nella città di Bandar Abbas, ha detto mercoledì nella città di Mashhad: “Se verranno tagliate le mani a quelli che nella società si rendono colpevoli di furto, questi saranno un esempio per gli altri e la sicurezza verrà ristabilita”.

“Se la sicurezza viene ristabilita nella società con l'amputazione di poche dita, perché queste pene non vengono applicate?” ha chiesto.

Naeem Abadi, che è anche membro della potente Assemblea degli Esperti, ha esortato le autorità della provincia a praticare queste amputazioni disumane e a non prestare attenzione alle critiche internazionali contro il regime. “Il nostro governo si basa sull'applicazione delle leggi islamiche”, ha detto.

Naeem Abadi si riferisce alle leggi disumane che prevedono che si cavino molti occhi, che si amputino molte mani, dita e gambe e che si giustizino molti delinquenti minorenni, cosa che gli esponenti del regime hanno definito “una particolarità unica” della dittatura teocratica che governa questo regime.

Lo scorso anno, in un dibattito alle Nazioni Unite, Mohammad Javad Larijani, segretario generale del cosiddetto “Alto Consiglio per i Diritti Umani” del regime teocratico, ha difeso queste leggi disumane ed ha esortato i paesi occidentali a “valutarle”.
Mahmoud Hakamian
Resistenza Iraniana

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