HIV- PROFILASSI PRE-ESPOSIZIONE: DUBBI SULLA TERAPIA. "AUMENTA IL RISCHIO DI CONTAGIO HIV, EPATITI E SIFILIDE"

Se il preservativo è efficace nel 99%, quella della Prep è variato dall'iniziale 92% del 2011 all'86% delle ultime rilevazioni. Il 48% dei partecipanti ritiene non vi siano ragioni sufficienti per rendere disponibile la PrEP anche in Italia.

Durante la VII Conferenza italiana su Aids e retrovirus (Icar), che si è aperta ieri a Riccione, ricercatori, rappresentanti delle Associazioni di pazienti, di istituzioni e di aziende, si confrontano sulla PrEP (profilassi pre-esposizione) in Europa e Usa. Questa è una terapia antiretrovirale che permette di prevenire l'infezione da Hiv: si basa sull'assunzione di una pillola, già sperimentata, in persone non sieropositive, in America. Numerosi gli studi a riguardo, che tengono sotto controllo le statistiche relative soprattutto alla popolazione omosessuale. Da un lato, ci sono i numeri del successo della PrEP (86% di riduzione della trasmissione del virus), le speranze e le attese di chi la considera l’unico strumento di prevenzione contro l’HIV. Dall’altro, i timori e i pareri contrari di chi ritiene siano altre le priorità attuali nella lotta all’HIV e teme che la PrEP sia solo una difesa contro il virus, efficace tanto quanto il preservativo, ma con ricadute economiche e sociali non prevedibili.

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