"Mancu a semenza ave a ristari”

La notizia: «Palermo – Un bambino di 9 anni vive ormai sotto scorta perché minacciato dalla mafia. Le forze dell'ordine avrebbero, infatti, sventato il piano diabolico di un boss siciliano, il quale dal carcere avrebbe ordinato di uccidere un magistrato con tutta la sua famiglia. “Mancu a semenza ave a ristari (neanche il seme deve restare, ndr)… Se c'è il figlio maschio con lui, ancora meglio”, avrebbe detto al compagno di cella e durante le intercettazioni ambientali nelle ore di visita con i familiari. Il rischio di un attentato ai danni del pm e della sua famiglia è altissimo, scrive La Repubblica. Il boss pensava anche di spacciarsi per falso pentito ed evitare un nuovo arresto per poi uccidere il nipote e prendere il suo posto nella cosca» (Leggo 14 maggio 2015). Notizia sconcertante, avvilente, scoraggiante. Ma cos’è che sconcerta, avvilisce, scoraggia, lo strapotere della mafia, oppure l’impotenza dello Stato? Possediamo lo scudo ma non arco e frecce per sconfiggere il nemico, che possiede scudi e archi e frecce in abbondanza. Ne arrestano tanti, di mafiosi, ne imprigionano tanti, ma non sembra che il potere della mafia sia diminuito. E’ come togliere secchi d’acqua dal mare. Quando un Paese non possiede una contraerea potente, gli aerei dei nemici non vengono distrutti. L’unica possibilità è riparare nei rifugi, evitare che il nemico ci faccia troppo male. Le forze dell’ordine sono il rifugio, lo scudo del bambino minacciato. Colpire definitivamente il nemico, distruggerlo, è mera illusione. E questo è scoraggiante e avvilente.

Carmelo Dini

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