Australia e Canada: Il format airport security, l’apoteosi del diritto calpestato

La trasmissione Airport Secutity, è un format televisivo che riprende le attività degli operatori degli scali aeroportuali canadesi ed australiani all'ingresso nel paese. Lo scopo massimo è quello ovviamente di evitare che vengano introdotte sostanze stupefacenti, armi, esplosivi, cibo fresco, ma anche la grande preoccupazione di evitare che, entrando come turista, poi ci si stabilizzi lavorando senza gli opportuni visti. Si nota subito una vera e propria ossessione, per esempio, sulle sostanze alimentari dalle quali si potrebbe importare nel paese un qualche batterio o malattia tale da infettare le piantagioni locali. L'ossessione, oltre che per la sostanze proibite e per le armi a nostro parere giusta, raggiunge parossismi anche per la paura di lavoratori che, sotto mentite spoglie, potrebbero introdursi nel paese e lavorare senza permessi. In questa attività, salta subito all'occhio del giurista italiano ma anche all'attenzione del semplice cittadino, che questi operatori hanno dei poteri di indagine altamente inquisitori per i quali in Italia sarebbe necessario un permesso di un magistrato. Da quello che è dato vedere, vige l'assunto della presunzione di colpevolezza fino a prova contraria. Si violano inopinatamente, non per quelle leggi evidentemente che lo consentono, i più semplici ed elementari diritti della persona a partire dalla privacy. “E' venuto in Australia per sposarsi? Come si chiama la sua fidanzata, dove abita e quel'è il suo numero telefonico?” Chiedono accusando già, da questo atteggiamento, il bugiardo. “E' turista, per quanto tempo si tratterrà in Australia? Quanti soldi ha in tasca e sul suo conto per sostenere il soggiorno?” Arrivano a metterti le mani nelle tasche e decidono opinando che sono troppo pochi per resistere una settimana in Australia oppure troppi per solo una settimana di soggiorno. Prendono il cellulare della persona e ne guardano i contenuti violando con disinvoltura ogni più elementare diritto delle persona alla privacy. Chiamano quei numeri che rintracciano e chiedono informazioni. “lei conosce il signor Tizio? E' fidanzata con lui? Sapeva che sarebbe venuto in Australia? Vi sposerete presto? Che lavoro fa lei e dove vive? Insomma, informazioni che sono dei veri e propri interrogatori. La maggior parte delle volte tutto si risolve in una vessazione inutile di stampo fascista, non c'è dubbio. Molte altre volte scoprono il gaglioffo. Ma quante violazioni! In Italia sarebbe inconcepibile perché la violazione del diritto italiano sarebbe tale e tanta da poter ricorrere in tutte le sedi per denunciare abusi inconfessabili alla persona. La cosa addirittura inverosimile è che una volta convinto che il signor Tizio non entrerà nel paese perché l'operatore si convince delle sua presunta colpevolezza fa una domanda finale: “Mi spieghi, a questo punto, un buon motivo per rilasciarle il visto di entrata nel paese”. Signori, questa è veramente teatrale perché mai e poi mai esisterà una risposta che farebbe cambiare idea ma la si pone. La si deve porre e chi sa per quale perverso motivo. Ora, dagli italiani residenti all'estero, non è dato sapere di tutto questo. Noi in Italia mai accetteremmo uno stato di cose come questo. La nostra tradizione giuridica è eccellente. Noi siamo i professori del diritto e ripudiamo questi atteggiamenti accusatori e vessatori. Solo durante il ventennio abbiamo dovuto sopportare cose del genere ma quella era una dittatura, altro che storie. La considerazione che viene spontanea di fare è che questi paesi farebbero bene a sciacquarsi la bocca quando parlano del nostro diritto. Essi non hanno idea della nostra tradizione in questo campo. Non conoscono la democrazia e neanche i diritti fondamentali dell'uomo. Ma la cosa che dispiace veramente e che la dice lunga sullo stato psicologico dei nostri connazionali residenti in quei paesi, è la paura di confessare storture che in Italia sarebbero inconcepibili. La vergogna di aver sopportato tanti anni di angherie in cambio di un lavoro si andrebbe ad aggiungere alla prostrazione accusatoria e di polizia. Altro che Australia e Canada. Per favore, andate a scuola e, possibilmente, venite qui che imparerete qualcosa. Totò direbbe” ma fateci il piacere!”

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