LUBITZ, PER LO PSICHIATRA CUCCHI ERA NECESSARIO CREARE UN CUSCINETTO TRA FAMIGLIA E GERMANWINGS

Perché lasciare nelle mani di un uomo sofferente e pieno di rabbia la facoltà di decidere se tornare al lavoro nonostante i pericolosi disturbi che lo affliggevano? Lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, spiega che, per evitare la sciagura, lo psicanalista di Lubitz avrebbe dovuto creargli attorno un cuscinetto per proteggere lui, i passeggeri e chi lo circondava.

La procura di Dusseldorf ha rivelato che Andreas Lubitz, prima di ottenere il brevetto da pilota professionista, si era sottoposto a un trattamento psichiatrico per tendenze suicide. Ma perchè i medici che l’hanno sottoposto alle cure psicoterapeutiche necessarie al copilota tedesco per ottenere la licenza di volo professionale non hanno cercato di comunicare questi problemi alla compagnia di volo e soprattutto alla famiglia? E ancora, quando si tratta di salvare vite umane, è possibile travalicare il segreto professionale per evitare che accadano tragici eventi come quello che ha provocato lo schianto dell’Airbus 320 Germanwings e la morte di 150 persone sulle Alpi francesi?

Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, la tragedia si sarebbe potuta evitare creando un cuscinetto tra il pilota, la famiglia e la compagnia aerea, impedendogli così di mettere a repentaglio la vita di centinaia di persone: “Se il professionista clinico che seguiva il pilota avesse ipotizzato la pericolosità autolesiva o anche qualcosa d'altro, come la potenziale capacità di esplodere in un gesto eclatante e drammatico, perché avrebbe consegnato un certificato medico al paziente lasciando nelle sue sole mani la facoltà di decidere se utilizzarlo o meno? E' vero che il segreto professionale vincola a non divulgare nulla al di fuori del rapporto con il paziente, ma quando si tratta di salvare vite umane, in primis quella del paziente stesso, noi clinici conosciamo molti trucchi relazionali e comunicativi per coinvolgere parenti, datore di lavoro e amici, costruendo una rete sociale di supporto per aiutare la persona. Trucchi ben inteso del tutto leciti secondo il codice deontologico e le leggi, abilità e specifiche competenze della professione”.

Cucchi focalizza poi la sua attenzione su un gesto in particolare, quello del certificato medico strappato in mille pezzi e ritrovato dopo la tragedia: “Perché strappare la lettera del medico in mille pezzi? Seppur sia solo un’indiscrezione, vale la pena di analizzare questo comportamento. Una persona che non vuole lasciare tracce di certificato, lo brucia, lo getta via, non lo strappa in mille pezzi e lo tiene in casa. Perché questo comportamento così insolito? Perché non bastava semplicemente lasciarlo li, in un angolo? Una possibile spiegazione si può rintracciare nella rabbia, un rancore enorme dovuto al fatto che alla fine, dopo essere diventato consapevole dello stress patito a causa del lavoro, si sentisse una volta ancora vittima di un’inaccettabile ingiustizia. Oltre al dolore provocato dai disturbi psicologici di cui soffriva, si è aggiunta anche l’ansia di dover rinunciare alla propria carriera, tanto sognata e per la quale aveva fatto tanti sacrifici. Forse quindi proprio questo era il vissuto. Gli sembrava un'iniquità stare a casa dal lavoro, frustrato dagli insuccessi della propria vita. Un uomo che era stato ritenuto pericoloso e che quindi poteva essere valutato non idoneo dallo stesso psichiatra che lo aveva in cura”.

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