Immaginiamo di tornare alla nostra infanzia; quanti di noi, di fronte a una grossa conchiglia, siamo stati invitati ad accostarla al nostro orecchio, facendoci credere di ascoltare il rumore del mare? Oppure di vedere un semplice oggetto metallico, come il diapason, per poi capirne l’importanza generata da quel suono che sembra insignificante? Ecco, proviamo ad unire questi suoni apparentemente incongruenti, e immaginiamo di usufruire delle sensazioni che generano. Uno speciale dualismo per questa prima installazione musicale permanente, Forme Immateriali, opera site-specific, che arricchisce la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, già “custode” di importanti opere, nonché di arte contemporanea. Grazie alla ricerca del compositore Michelangelo Lupone è stato realizzato questo progetto, il primo in Italia, curato da Martina De Luca. La produzione e l’allestimento dell’opera, nelle parti informatiche e tecnologiche, è stata affidata al Centro Ricerche Musicali. Al progetto ha preso parte anche la Rome University of Fine Arts con la produzione dei documenti audiovisivi e l’illuminazione. Un’opera musicale complessa, dove all’interno del Cortile del Partigiano si trovano due fontane preesistenti, l’una di fronte l’altra, distanti circa cinquanta metri. Forme immateriali è inserita nel contesto architettonico e sonoro, integrando le diverse competenze artistiche, tecniche e scientifiche coinvolte nel progetto cui la sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli e la storica dell’arte Laura Iamurri hanno fortemente creduto. L’opera si compie con un semplice gesto: all’estremità di ogni fontana è posizionata una lunga bacchetta di alluminio, delle lastre dello stesso metallo, si trovano posizionate nell’acqua. Trasformiamo la bacchetta in matita e l’acqua in foglio, ed il gioco è fatto, si disegna a piacere creando questo risultato, con un gesto legato a forme di emozione, che il fruitore può gestire con la bacchetta come vuole, dove l’arte, in tutta la sua contemporaneità, non ha una permanenza fisica ma svanisce nel momento dell’ascolto. Un nuovo concetto di partitura che si evolve nel tempo e cambia con il susseguirsi delle stagioni, dando origine a un gioco adatto a tutte le età, creando una nuova occasione per tornare magari in estate, scoprendo una diversa magia, magari dimenticando per un momento la calura della capitale. Questi movimenti e forme d’acqua producono suoni che vengono acquisiti e modificati da un’avanzata tecnologia di rilevazione e attuazione acustica, con lo scopo di realizzare diversi gradi di trasformazione musicale. Il suono dell’acqua viene analizzato da un computer, che ne capta brevi frammenti per poi tradurli in sequenze di suoni con altezze, ritmi e timbri diversi. Questa particolare connessione della musica con l’acqua rende interessante la fruizione anche per i diversamente abili, nonché per i non vedenti.
Forme immateriali – installazione musicale permanente.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti, 131
Ingresso disabili: Via Gramsci, 71.