Palermo, 3 mar. “L'arresto di Helg e le denunce drammatiche della Corte dei
Conti sugli attentati agli amministratori in Italia, mostrano la centralità
della lotta alla corruzione e alla mafia come elemento essenziale per la
crescita in Sicilia”. Lo dice in una nota il presidente della Regione
siciliana, Rosario Crocetta. “Chi ci accusa di troppe denunce sbaglia, –
continua il presidente – poichè probabilmente non ha il termometro dei livelli
di degrado che ha raggiunto il sistema, delle connessioni profonde che si sono
cristallizzate in questi anni tra criminalitá organizzata, mafia, burocrazia
deviata, settori di politica deviata, settori di imprenditoria che ha tratto
l'origine del proprio successo negli affari provenienti da comportamenti molto
discutibili. Helg – aggiunge Crocetta – lo abbiamo visto in azione quando ha
tentato di impedire la nomina di un segretario generale certamente competente,
come poteva essere Marco Lupo, all'Autorita portuale di Palermo, nelle
polemiche che ha sviluppato negli ultimi anni con Confindustria siciliana. La
sua storia dunque non ci riguarda, ma non possiamo tacere difronte al fatto che
in tanti, troppi, pensano che è venuto il momento di chiudere l'impegno
antimafia, la denuncia della corruzione e che sia arrivato il tempo di una
“riappacificazione” generale; solo che quando si imbocca tale via, il solo
sblocco possibile è il riciclaggio di coloro che per anni hanno gestito la
politica del malaffare e che oggi, magari cercando di indossare casacche più
“trendy”, lavorano per una sorta di amnistia politica generalizzata. Costoro
non mi vedranno sodale compagno. Mi sono candidato alla presidenza della
Regione, per scardinare un sistema di potere corrotto e malato, abbiamo già
fatto tanto e continueremo tale battaglia fino alle estreme conseguenze, senza
cedimenti, senza condizionamenti, senza preoccuparci eccessivamente dei “facili
consensi”, perchè non lavoriamo per fare carriera, ma per dare ai siciliani una
speranza di cambiamento vero, che crei sviluppo e lavoro per i giovani. Nessuno
si illuda – conclude il presidente – che su questo fronte si possa tornare
indietro”.