Non capisco

La pena inflitta a Schettino mi pare lieve e non posso comprendere la depenalizzazione di Parolisi, ma neanche il possibile ritorno in carcere di Anna Maria Franzoni, solo per un vizio di forma.
Evidentemente la legge oltre ad essere dura è complessa, embricata, difficilissima da decifrare nei suoi movimenti e risoluzioni.
Difficile è anche capire perché Triton ha sostituito in peggio Mare Nostrum, non consentendo altri interventi che contenimenti e nessuna possibilità di aiuto e soccorso verso disperati in cerca di una esistenza migliore.
Non capisco neanche il corteo dei vigili urbani in piazza a Roma anche per protestare per il caso delle assenze durante la notte di Capodanno e tanto meno il significato delle dichiarazioni dei leader di Germania, Francia, Russia e Ucraina, che dicono di aver raggiunto, dopo un vertice fiume di 15 ore, un accordo per mettere fine agli scontri nell'Ucraina orientale, ma precisano che la via per la pace è ancora lunga.
Non capisco il passaggio di Berlusconi alla decisa opposizione che riconosce le ragioni di Fitto che però riceve un ultimatum di o fuori o dentro e le dimissioni Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) dal ruolo di relatore della riforma costituzionale, mentre a settembre si dichiarava ottimista sul “clima sereno” che si respirava nella Commissione Affari Costituzionali che presiede e dichiarava: “ci sono tutti i presupposti per gestire con tranquillità il provvedimento”.
Non capisco la strategia di Renzi per superare il primo vero test del suo governo dopo la rottura del patto del Nazzareno e sarà interessante osservare il comportamento dei 70 deputati di Forza Italia e ancor più il voto sul DDL Boschi in vista di un altro passaggio delicato alla Camera, quello dell'Italicum, più complesso perché è prevista l'approvazione definitiva.
Pare che Renzi abbia scelto la linea dura e, dopo due giorni di riforma costituzionale ‘al ralenti’ abbia perso la pazienza ed optato per una seduta ininterrotta contro l’ostruzionismo dell’opposizione, tra M5s, Sel, Lega e quella parte di Forza Italia che ha stracciato in cuor suo il Nazzareno.
Partecipa alla riunione del Partito Socialista Europeo e ne approfitta per ripetere che “occorre cambiare la politica economica”, senza però chiarire in quale modo.
Non capisco, anche, se vi sia o no un accordo fra Grecia e Eurogruppo, con nostro ministro della economia che lasciando la riunione a notte fonda dichiara sibillino e in puro politichese che il confronto è stato “franco” (che vuol dire duro), ma lui è (non si sa come e perché) “ottimista”.
Secondo fonti di stampa, la bozza di conclusioni stabiliva che il programma di aggiustamento greco dovesse essere prorogato, emendato e completato.
Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis aveva dato il suo benestare di massima, ma dopo consultazioni con Atene (si presume Tsipras) ha fatto marcia indietro. Consultato dagli altri esponenti della zona euro, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble avrebbe finalmente deciso di bloccare a sua volta l'uscita di un qualsiasi testo. Due almeno sono gli aspetti su cui trovare un accordo dal nostro corrispondente: il primo è come gestire la scadenza dell'attuale programma prevista alla fine di questo mese e l’altro riguarda le condizioni da porre alla scelta precedente, perché i greci vogliono impegni meno gravosi e molti creditori sono pronti a rivedere le condizioni, ma non vogliono correre il rischio di annacquare la strategia di politica economica.
Per completare la lista di ciò che non capisco c’è il successo senza precedenti di un San Remo piatto, noioso e senza guizzi o effervescenze, un Sanremo renziano fatto di promesse e delusioni, condotto senza nerbo da Carlo Conti, con ospiti insulsi ed improponibili (tranne la bella ed intelligente Charlize Theron), un trio impossibile composto da Emma Marrone, Arisa e Rocio Munoz, con autori dei testi che andrebbe chiuso in una stanza on una tigre affamata.

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