Rossella Bellinvia
Il 6 febbraio si celebra la Giornata Mondiale indetta dall’ONU per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili (MGF). Superano i 100 milioni, secondo la stima dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, le bambine, ragazze e donne nel mondo che hanno subito una mutilazione genitale, ossia una rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche.
Si tratta di pratiche diffuse presso numerosi gruppi ed etnie dei Paesi dell’Africa Subsahariana e in alcuni Paesi della Penisola Arabica.
A parlarcene è Cotrina Madaghiele, presidente dell’Associazione Genere Femminile, la quale ci ribadisce che “Le mutilazioni genitali femminili costituiscono un abuso verso le bambine oltre ad essere una violazione del diritto alla salute e all’integrità fisica delle donne, delle ragazze e delle bambine”. L’aumento dei flussi migratori verso il mondo occidentale ha reso visibile anche nei Paesi Europei il fenomeno delle MGF.
Le MGF vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni. Tuttavia, l’età può essere ancora più bassa: in alcuni Paesi vengono operate bambine con meno di un anno di vita, o persino neonate di pochi giorni.
Il tipo di intervento mutilatorio varia a seconda del gruppo etnico di appartenenza: il 90% delle mutilazioni genitali femminili praticate è di tipo escissorio, vale a dire avvengono con taglio e/o rimozione di parti dell'apparato genitale della donna, mentre un decimo dei casi si riferisce all'azione specifica della infibulazione che ha come scopo il restringimento dell'orifizio vaginale e può, a sua volta, essere associata anche a un'escissione.
“Diverse sono le motivazioni per cui vengono effettuate e variano a seconda della comunità etnica di appartenenza (osserva Cotrina Madaghiele) ma la criminale pratica delle mutilazioni genitali ha gravissime conseguenze fisiche, psicologiche e sessuali su chi le subisce. È una vera e propria violazione dei diritti umani e della donna”.
L'Associazione Genere Femminile è molto attenta al fenomeno e ritiene che le armi a disposizione, oltre all'impegno da un punto di vista legislativo, sono il dialogo e l'informazione al fine di aumentare la consapevolezza sulle conseguenze negative delle MGF.
Occorre consolidare e intensificare l’impegno politico e civile globale per costruire un più ampio movimento di opinione che contribuisca a condannare senza mezzi termini le MGF, e rendere le donne e le ragazze più consapevoli dei propri diritti anche riguardo alla loro salute sessuale e riproduttiva.
Ricordiamo che la prevenzione della diffusione di pratiche di mutilazione in territori d’adozione come l’Italia è un valore importante e condiviso tra operatori e ricercatori, in considerazione dei rischi sanitari e psicologici per le giovani donne che le subiscono.
Per contatti rivolgersi all’Associazione Genere Femminile: fax 178 2229493; e-mail: generefemminile@tiscali.it oppure telefonando direttamente alla dott.ssa Madaghiele Cotrina al numero 3479091265. Da consultare i siti: www.generefemminile.it – www.dirittoinrosa.com
Nella foto la dott.ssa Madaghiele Cotrina.