“Amo” è il nuovo album di Miguel Bosè

Milano. “Amore è tutto, la conoscenza, a cominciare dalla copertina; amo tutto quello che so, che intuisco e che scoprirò, ed è dedicato a uno dei tratti della mia personalità, la curiosità, a tutti gli elementi che mi hanno attirato, da quando avevo sette anni, come l’astronomia, la fisica”.

Lo ha sostenuto Miguel Bosè alla presentazione italiana del suo nuovo album “Amo” uscito lo scorso 27 gennaio con quindici canzoni, di cui quattro cantate in italiano.

“Sono le versioni italiane, e solo per l’Italia, delle originali che canto in spagnolo – ha sottolineato – Me le hanno chieste come colore, anche se mi risulta che piacciono molto agli italiani cantate in spagnolo”.

Sicuramente è una scelta per recuperare il successo che conquistò quì da noi una trentina d’anni fa.

“Rimane inspiegabile per me non aver continuato quel periodo – ha confermato – Ma forse una ragione c’è, perchè dopo “Bravi ragazzi” dell’83 mi propoesero nell’85 un album storico per il mercato spagnolo intitolato “Bandido” ma che in Italia mi fece perdere tutto quello che avevo conquistato. Allora iniziò il Bosè autore ma non avevo trovato il linguaggio giusto, tanto da entrare in crisi fino a dederesi di lasciare la musica. Il produttore Roberto Colombo mi fece poi ritrovare il gusto di fare cose contemporanee diverse. Il pubblico italiano si sentì tradito ma nel mercato spagnolo fu un successo”.

Ora l’artista vive a Panama City con la sua famiglia, insieme alla mamma Lucia Bosè.

“Panama è una citttà molto tranquilla, dove non succede niente – ha confessato – É l’’unica maniera per fare bene una cosa e l’altra, cantare e avere una famiglia unita, dove mia madre fa la nonna delle due coppie di gemelli che ho, i più grandicelli hanno quattro anni e tre i più piccoli. Per una questione culturale è meglio andare a New York, dove i bambini cresceranno con un bagaglio culturale e razziale. Sono per nove mesi lì per il fatto che il 90 % del mercato discografico è in America ed è un dolore non esserci”.

Miguel ha invece avuto un’infanzia facilitata.

“Deriva dal fatto all’epoca in Spagna c’era Franco, la televisione in bianco e nero, un mondo dove poter scappare – ha ricordato – Nella mia famiglia esisteva una biblioteca, in altre famiglie era quasi proibita averla, la letteratura era perciò poca, un esercizio quasi dannato, faceva parte dell’inquisizione. Mia madre viene dal mondo del cinema neorealistico, mio padre quasi non sapeva scrivere, ho frequentato il liceo francesce e ho avuto un’educazjone francese che creava liberi pensatori. Ora leggo soprattutto cose che mi mancano, e non è vero che le nuove generazioni leggono meno, semmai di più, forse non la carta”.

Bosè viene dal fortunato album “Papito”.

“Quell’album mi propose nuovo per le giovani generazioni e da lì è partita l’esperienza ad Amici, il ritorno grande alla musica. Sanremo sarebbe il posto dove andare con questo nuovo album. Ci sono già stato: non so se questa volta farò in tempo”.

L’artista ha infine parlato di alcuni nostri artisti stimati all’estero.

“Laura Pausini è l’artista italiana più amata all’estero – ha accennato – Poi vengono Ferro, Eros, Jovanotti e anche Battiato che ha un pubblico dappertutto, anche in Lituania, Bocelli è un classico”.

Miguel Bosè andrà in tour dal 10 maggio, prima in Messico, poi in Europa e chissà in Italia, dopo Stati Uniti e di nuovo Messico.

Franco Gigante

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