SICILIA: DIFFERENZITA ANNO ZERO, FERMA LL’8%, E DISCARICHE SATURE? TUTTA COLPA DEI COMUNI E REGIONE

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Prima o poi il nodo ‘rifiuti’ doveva venire al pettine. Come i nostri di rifiuti che non sappiamo più dove metterli quando invece questi dovrebbero essere una risorsa, economica e ambientale, che da sempre viene scaricata nelle discariche private a cielo aperto, arricchendo i proprietari e impoverendo le casse dei Comuni che si rivalgono sui cittadini con la tassa sui rifiuti. Discariche che, considerate industrie insalubre, ovvero inquinanti e dannose per la salute dei cittadini, spesso si trovano vicine a zone abitate come ad esempio Motta S. Anastasia e Misterbianco tanto per fare alcuni nomi.

Ma tutta la responsabilità di quanto accade e di quanto sta per accadere con la chiusura di una serie di discariche siciliane per esaurimento, come quelle di Grotte S. Giorgio e di Motta nel catanese, o di Siciliana e Bellolampo nel palermitano, è di chi ha amministrato e continua ad amministrare i Comuni siciliani a partire dalle città capoluogo, da Palermo a Catania. Per non parlare dell'inerzia atavica della Regione in merito allo smatimento dei rifiuti e alla raccolta differenziata. Tale grave emergenza ambientale non lascia scampo e tempo a chi si dovrà occupare a risolvere tale enorme problema che avrebbe dovuto essere affrontato già da anni o meglio da decenni. I Comuni, per la stragrande maggioranza, hanno fatto finta di nulla sviando le leggi nazionali e le direttive europee sulla necessità di trovare vere alternative alle malsane discariche. Leggi e Direttive che teoricamente avrebbero obbligato i Comuni ad aumentare in modo esponenziale la raccolta differenziata della ‘risorsa’ rifiuti fino ad arrivare proprio nell’anno appena iniziato alla raccolta differenziata del 65% dei rifiuti prodotti dalla comunità cittadina. Ma da anni siamo fermi all’8% , ultimi in Italia (la media nazionale si attesta al 37%), altro negativo primato della Sicilia, distanti anni luce dalla percentuale imposta dalla legge mentre si continua con ripetitivi e divianti esperimenti del ‘porta a porta’ come quello previsto a Catania al Villaggio S. M. Goretti (coinvolgendo solo 1.600 utenti su oltre 300 mila cittadini, ovvero lo 0,5 per cento della popolazione catanese che cambierà di circa uno 0,…% la percentuale di differenziata: da non crederci!) quando invece si doveva coinvolgere già da tempo l’intera città o gran parte di essa per pensare di arrivare al 65% entro l’anno o, almeno, entro il decennio.

E come se nulla fosse la Regione, messa alle strette come se gli anni fossero passati senza accorgersene, riesce dal proprio ‘cilindro’, anch’esso stracolmo di rifiuti , l’idea malsana , messa da parte dal precedente Presidente della Regione grazie alle proteste popolari, della costruzione di termovalorizzatori anch’essi inquinanti e invasivi e che nessuno vuole sul proprio territorio.

Siamo realmente in Sicilia all’anno zero della raccolta differenziata! Altro che rifiuti zero.

Alfio Lisi

Portavoce

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