LA FOLLIA ISLAMICA SOTTOVALUTATA DA TUTTI I GOVERNI

Ciò che è accaduto a Parigi era prevedibile e dimostra come la follia islamica sia il più grande pericolo oggi nel mondo. E stata una strage nella redazione parigina del giornale satirico Charlie Hebdo . I morti sono dodici al momento, fra i quali 10 giornalisti e 2 poliziotti. Molti i feriti gravi. Quei criminali codardi sono entrati urlando Allah è grande. E tutti noi ci auguriamo che Allah li faccia bruciare all’inferno per l’eternità. Tutti i governi hanno sottovalutato questo fenomeno. Il fanatismo islamico, e non abbiamo timore a chiamarlo islamico è proprio questo: morte, orrore, terrore, vigliaccheria alla massima potenza.Oriana Fallaci non aveva solo ragione in tutto ciò che scrisse su questo tema scottante e fastidioso, ma aveva previsto già a fine secolo scorso l’intenzione di questa gente senza cuore. Questi individui vanno estirpati da tutti i paesi occidentali. Come? Qualcuno si starà chiedendo. Gli Stati hanno abbastanza potere per controllare tutti gli ingressi e tutte le frontiere; hanno abbastanza potere per vigilare tutte e dico tutte le moschee. Ogni governo e ogni Sindaco ha il potere e il dovere di sapere chi risiede sul territorio e non è né turista, né lavoratore, né studente….Siamo seri. Tutti i governi sono stati avvolti da uno sciocco buonismo spesso ipocrita e assolutamente accecati dal timore di offendere una religione. Ormai i dubbi non esistono più. Le decapitazioni, le stragi, gli assalti alle Chiese, i massacri di cristiani sono compiuti nel nome di Allah, quindi cosa dobbiamo ancora aspettare per comprendere che siamo in piena guerra?!
Due uomini incappucciati e vestiti di nero sono entrati nella sede del giornale satirico francese, noto per il suo stile ironico e provocatorio, e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov. Gli attentatori gridavano «Allah u Akbar»: lo testimoniano le immagini girate da un giornalista. Ora i nostri ministri degli Interni occidentali tenteranno di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Dall’11 settembre 2001 e anche prima, sapevamo che si trattava di follia e di fanatismo, di terroristi spietati e di assenza di dialogo,ma i governi di mezzo mondo non hanno creduto a chi lanciava l’allarme, pensando si trattasse di razzismo o di xenofobia. Il discorso è ampio e tante sono le distinzioni da chiarire tra xenofobia, razzismo, e legittima difesa. Ogni cittadino in un paese democratico ha il diritto, soprattutto per l’enormità di tasse che paga, di poter vivere in pace e in sicurezza, ma non è così. La nostra politica delle porte aperte ha messo le nostre città in questa situazione gettando la popolazione nel terrore. Questi vigliacchi senza cuore fanno saltare autobus ed edifici, distruggono Chiese, rapiscono cristiani, decapitano innocenti. Perdio lo vogliamo capire che è ora di tirare fuori le palle? Dobbiamo vedere estirpata la nostra civiltà in nome di Allah?! E’ questo il mondo che vogliamo? Vogliamo la Sharìa? Vogliamo lapidare omosessuali e adultere? Vogliamo girare tutti con la barba lunga e i sottanoni in ciabatte? E’ questo maledizione il mondo che desideriamo? Facciamo un esame di coscienza. Oggi, come non mai, ci sono categorie che hanno una grande responsabilità per difendere l’occidente: gli insegnanti, i giornalisti, gli scrittori, le stazioni radio e tv e in primis tutta la politica. Il mondo è in guerra signori miei e il preavviso per noi sordi è partito molto tempo fa, ora paghiamo e pagheremo enormi conseguenze. E’ in gioco una storia millenaria di arte, cultura, letteratura, religione, tradizioni, non gettiamola all’inferno. Ogni capo si Stato ha l’obbligo di difendere i propri popoli o ne risponderà pesantemente. Marine Le Pen probabilmente oggi stesso avrà fatto un balzo nei sondaggi, chiedetevi perché! In Italia stiamo usando la nostra gloriosa Marina Militare per trainare a terra enormi e affollati barconi con migliaia di perfetti sconosciuti e nessuno ha ancora risolto questa tragedia spaventosa e scandalosa. E’ vergognoso essere governati da perfetti smidollati.

Marco Chierici

marcochierici@libero.it

www.marcochierici.com

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