«Questa mattina sono stato raggiunto da un decreto di perquisizione e contestuale sequestro nell'ambito di un procedimento penale incardinato dinanzi la Procura della Repubblica di L’Aquila, Direzione Distrettuale Antimafia, nel quale risulto essere, insieme ad altri, indagato.
Nel corso della perquisizione effettuata presso il mio domicilio e presso l' ufficio del Comune ho messo a disposizione degli agenti di Polizia giudiziaria tutto quanto era in mio possesso, sia in termini di documenti che di supporti informatici.
Pur se per professione sono abituato a vivere situazioni come quella capitatami questa mattina, non posso negare il dispiacere nel vedermi tirato dentro una indagine le cui circostanze, in parte non conosco assolutamente, mentre per le altre, quelle che mi riguarderebbero, mi vedono assolutamente sereno perché convinto di aver fatto tutto nel massimo della regolarità e della trasparenza senza aver creato vantaggio per alcuno, né aver ottenuto alcunché.
Al di là dell’amarezza personale, perché coinvolto in questioni per le quali, ripeto, o sono totalmente estraneo o comunque ho certezza di non aver fatto nulla che valicasse il limite della legittimità, il primo pensiero va alla mia famiglia e alle tante persone che credono in me e che, inevitabilmente, loro malgrado, saranno toccate da questa vicenda».