Un articolo contro un papa buono e intelligente come Francesco sul Giornale, firmato da Antonio Socci, lo capisco: il Giornale è il Giornale e Antonio Socci è Antonio Socci, ma l’articolo contro il Papa apparso il giorno 24 dicembre sul Corriere della Sera, mi lascia stupefatto, molto stupefatto, e non per la firma, ovviamente, giacché si tratta di Vittorio Messori. La differenza tra gli articoli di Socci sul Papa e questo di Messori, è che i primi non sono ipocriti e il secondo è ipocrita. Messori comincia col fare un complimento al “cattolico medio” (?) “abituato a fare a meno di pensare in proprio, quanto a fede e costumi”. E afferma che il “cattolico medio” (?) è turbato dall’imprevedibilità del Papa. Ed ha ragione, infatti Piazza san Pietro la domenica si riempie di “cattolici medi” turbati. A Messori non piace il Papa “che telefona a Giacinto Marco Pannella, impegnato nell’ennesimo, innocuo digiuno e che gli augura «buon lavoro», quando, da decenni, il «lavoro» del leader radicale è consistito e consiste nel predicare che la vera carità sta nel battersi per divorzio, aborto, eutanasia, omosessualità per tutti, teoria di gender e così via” (cito dall’articolo). Non piace il Papa che “nella prima intervista a Eugenio Scalfari, ha ridicolizzato chi pensasse che «Dio è cattolico»”. Non piace il Papa “che prende l’aereo per abbracciare e augurare buoni successi a un amico carissimo, pastore proprio in una delle comunità che stanno svuotando quella cattolica e proprio con il proselitismo da lui condannato duramente nei suoi”. E dopo aver elencato questi gravi imperdonabili errori che evidentemente lo hanno molto turbato, se n’esce con la domanda:«Chi sono io per giudicare?». E già, e che cosa è l’articolo se non un giudizio negativo sul Papa? Io però so chi è l’autorevole autore dell’articolo. E’ un signore fermamente persuaso che la madre di Gesù abbia restituito ad un contadino una gamba che gli era stata amputata. Ci possiamo fidare.
Renato Pierri