Il secondo Monumento all’emigrazione italiana, la SAIG lo inaugura con la Città  di Vernier

Lo scorso 13 dicembre, tra gli imponenti baluardi immobiliari di “Le Lignon”, le bandiere dell’Italia e della SAIG hanno sventolato, insieme a quella della Città di Vernier, in occasione della posa del Monumento dedicato all’emigrazione italiana. Una rinnovata emozione nello scoprire quel vecchio tricolore che copriva un piccone, un mazzuolo e una cazzuola che fuoriuscivano da un masso verde alto 170 cm di altezza.

Circa centocinquanta connazionali sono venuti ad esternare la propria emozione ed applaudire i discorsi del Coordinatore della SAIG Carmelo Vaccaro, del Sindaco della Città di Vernier Thierry Apotheloz, accompagnato dai colleghi Yvan Rochat e Pierre Ronget, del Vice Console Bianca Maria Pozzi e del Consigliere di Stato Antonio Hodgers. Presenti anche i presidenti e rappresentanti delle associazioni aderenti alla SAIG quali Silvio Isabella Ass. Calabresi, Giuseppe Chiaria Fogolâr Furlan, Oliviero Bisacchi Club Forza Cesena, Antonio Scarlino Ass. Regionale Pugliese, Carmelo Leonelli Ass. Emiliano-Romagnoli e Vittorio Bacci Lucchesi nel Mondo. Inoltre, alcuni rappresentanti delle associazioni italiane, il personale dell’Ufficio scuola e i Docenti che sono venuti con una delegazione di alunni che frequentano i Corsi d’Italiano.

“A nome della SAIG, desidero ringraziare il Consiglio Amministrativo nelle persone di Thierry Apotheloz, Yvan Rochat e Pierre Ronget per aver dato parere favorevole alla domanda della SAIG, affinché venga ricordata, con questo monumento, l’emigrazione italiana nel territorio della Città di Vernier.”

Con queste frasi Carmelo Vaccaro, Coordinatore della SAIG e promotore dell’iniziativa ha ringraziato le autorità e il pubblico presente alla seconda delle quattro inaugurazioni previste nel cantone di Ginevra, dopo quella inaugurata nella Città di Ginevra il 22 novembre di quest’anno.

Nella sua allocuzione ha desiderato evidenziare che: “Circa 50 anni fa, fu costruita la “Cité du Lignon”. Anche in quest' angolo della Città di Vernier, l’emigrazione italiana è passata per costruire, per realizzare e realizzarsi. Donne, uomini, famiglie intere hanno lasciato le loro case e gli affetti famigliari per impiantare le radici laddove avrebbero avuto una possibilità di esprimersi e di realizzarsi con l’orgoglio, l’onore e la dignità che ci distinguono. La presenza italiana a Vernier si rivela essere molto importante con più di 3000 italiani ivi residenti e fieri di vivere in una Città multiculturale.

Durante i vari appuntamenti con il sig. Matteo Greco, responsabile del progetto per la Città di Vernier, che ringrazio fervidamente, avuti per la scelta del luogo e l’organizzazione di questo evento, guardavo queste imponenti costruzioni ed era come se percepissi i visi contenti e soddisfatti che cantavano canzoni italiane dell’epoca. Sentivo i dialetti delle diverse regioni italiane stringersi attorno alla lingua nazionale e poi a quella locale, nonostante gravasse , proprio negli anni della costruzione di questi palazzi, la minaccia dell’espulsione a seguito delle iniziative Schwarzenbach.

Certo, non sempre e per tutti è stato facile! “Ritals”, “Piafs”, “Pioums”, “Maguttes”… I nomignoli intraducibili affibbiati agli emigranti italiani nelle regioni di lingua francese sono stati moltissimi. Un'immigrazione che, come testimonia questa lunga lista di spregiativi, è stata tutt'altro che semplice. Si, anche noi italiani abbiamo subito, tenuto duro e ci siamo adattati. Il buon senso civico elvetico ha scritto per tutti gli immigrati i diritti democratici di cui, oggi, anche le nuove generazioni usufruiscono.

Non a caso la storia dell’emigrazione italiana è caratterizzata da successi individuali inseriti in un contesto di prosperità economica del paese di accoglienza. Uomini arrivati da tutta l’Italia per ritrovarsi uniti nel sogno di un futuro migliore ; insieme si sono integrati costruendo palazzi e strade e utilizzando la loro forza lavoro hanno anche aperto commerci e ristoranti per fare apprezzare le innumerevoli delizie culinarie della nostra Patria; hanno portato e fatto conoscere i valori del singolo carattere regionale con tutti i suoi pregi e difetti.

Prende , quindi, la parola il Sindaco di Vernier, Thierry Apotheloz, che dopo i saluti alle personalità istituzionali, le associazioni aderenti alla SAIG e alla popolazione presente, ha iniziato il suo discorso. Di seguito, una sintesi….

E per me un onore Essere qui oggi, in questa magnifica “ Cité du Lignon”, per inaugurare questo monumento in memoria dell’immigrazione italiana a Ginevra e a Vernier…..
Gli Italiani, la comunità più importante di questo comune, fanno parte della nostra storia e della nostra cultura.
Ad iniziare la prima ondata migratoria nel nostro paese, dopo la seconda guerra mondiale, sono stati proprio gli Italiani seguiti dagli Spagnoli e dai Portoghesi…..
A causa dell’innammissibile statuto dei stagionali, dovevano lasciare le loro radici, le loro famiglie per 10 mesi all’anno, lavorando in condizioni spesso molto dure….
Non dimentichiamo anche la terribile ondata xenofoba degli “anni Schwarzenbach“ che aveva l’obiettivo di espellere migliaia di uomini e donne che avevano contribuito alla costruzione del nostro Paese…..
Crescere a contatto con gli Italiani è stato per me una vera ricchezza; ho imparato la tolleranza, il rispetto e la condivisione…..
Gli immigrati di oggi stanno vivendo una situazione simile a quella degli Italiani di una volta, non dimentichiamocene e cerchiamo di sviluppare più solidarietà……
Salutiamo, per concludere, il Signore Carmelo Vaccaro, rappresentante della Società delle Associazioni italiane di Ginevra, che con la sua forza e la sua energia continua ad impegnarsi a favore della vita associativa italiana a Ginevra. Senza di lui, non saremmo qui ad inaugurare questo magnifico monumento alla memoria dei nostri fratelli italiani che hanno dato tanto al nostro paese. Viva l’Italia, viva gli Italiani e viva Vernier.

I discorsi che si sono susseguiti, sono stati applauditi per l’importanza del ruolo della comunità italiana negli anni dove ha patito le discriminazione che tutti ormai conosciamo la storia. Però, gli emigrati italiani sono stati riconosciuti anche come il popolo della perfetta integrazione.

In seguito, la piccola Giada Catelani, alunna dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana, ha letto la poesia di Gianni Rodari, “La valigia dell’emigrante”.

Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio
per non restare solo in viaggio…
Un vestito, un pane, un frutto,
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuol venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
ma il treno corre: non si vede più.

A questo toccante momento è seguita l'inaugurazione del monumento, fino ad allora ricoperto dall’imponente vecchio tricolore, e la benedizione della scultura da parte di Mons. Massimo De Gregori che, in questa occasione, rappresentava ugualmente il Nunzio Apostolico presso l’ONU e le Organizzazioni Internazionali.

A Cerimonia conclusa, i presenti hanno avuto modo di apprezzare il buffet che il Consiglio Amministrativo della Città di Vernier ha messo loro a disposizione, ottima occasione per incontrarsi e conoscersi.

Realizzata tra il 1963 e il 1971, la “Cité du Lignon” conta 600 italiani sui 3000 residenti nell’insieme del territorio della Città di Vernier, per una popolazione di 35000 abitanti che fa di essa, la seconda Città del Cantone dopo Ginevra. Dopo quelli di Ginevra, possiamo dire che anche agli italiani della Città di Vernier, gli è stato riconosciuto il valore del proprio lavoro, del loro impegno e della propria esistenza.

La SAIG si pregia di rinnovare i ringraziamenti agli amici del Consiglio Amministrativo Thierry Apotheloz, Yvan Rochat, Pierre Ronget e alla Città di Vernier, per questo gesto di alta considerazione per gli emigrati italiani che hanno lavorato, lavorano e risiedono nella Città di Vernier.”

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