Della morte di un innocente si fa spettacolo

“La bambina più bella del mondo e il rispetto che dobbiamo imparare”, è il titolo di un articolo del prete e scrittore Mauro Leonardi, su L’Huffington Post del 5 dicembre. Dobbiamo “cacciar fuori dalla porta della nostra vita la mancanza di rispetto per i bambini, la strumentalizzazione che ne facciamo attraverso le immagini”, scrive l’autore. «Rispetto anche se le intenzioni sono buone, anche se sono buonissime. Facciamoli diventare la pietra di paragone del nostro rispetto quotidiano. Ricordiamoci che i bambini si mettono davanti ad una macchina da presa, entrano in un posto, fanno qualcosa di strano, perché una persona che amano e a cui sono affidati, ha detto loro: “fallo”. Ha detto: “mettiti lì”. Ha detto: “guarda qui”. Ha detto: “e ora fai così”. Tutto quell’amore innocente, tutta quella fiducia bambina, nasce da un grande amore e da una grande fragilità che merita – infinitamente merita – tutto il nostro rispetto. E anche di più se fosse possibile. Ce lo insegnano loro. Basta guardarli. E avremo tanto rispetto in più per tutto il resto del giorno». Giustissime considerazioni. L’autore non ha fatto cenno ad un’altra gravissima mancanza di rispetto: la strumentalizzazione dei bambini morti, dei bambini tormentati e uccisi. Nel pomeriggio, suppergiù alla stessa ora, vado in cucina a riempire la mia bottiglietta d’acqua e passo per il soggiorno dove la mia consorte tiene il televisore acceso, anche se guarda e non guarda giacché nel frattempo legge o fa altro. Bene, da un po’ di tempo, tutti i giorni immancabilmente un giornalista conduce una trasmissione sul piccolo ucciso a Santa Croce Camerina. Tutti i giorni. Non è un giornalista di cronaca nera che deve necessariamente occuparsi della triste vicenda, e neppure un poliziotto, o un medico o un giudice, no, è un giornalista che della morte di un innocente fa spettacolo. Invita anche esperti per svolgere la sua inchiesta. Tra questi ieri ho visto una signora che fu Presidente della Camera, Irene Pivetti. E sembra che non si parli più di un bimbo vero, ma della vittima di un giallo a puntate. Una fiction. C’è solo da sperare che trovino presto il colpevole. Così le puntate finiscono e il povero Loris sarà lasciato in pace. Requiescat in pace. Dimenticavo. la trasmissione è “La vita in diretta”. Perché no: “La morte in diretta”?

Attilio Doni

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