Lunedì 1 dicembre esce “Hitalia” di Gianna Nannini

Milano. “La nostra cultura ha bisogno di essere esaltata e non repressa: volevo valorizzare la cultura musicale del nostro Paese”.

È Gianna Nannini a parlare così alla presentazione di “Hitalia”, il suo nuovo album in uscita lunedì 1 dicembre, che ha scelto non con le canzoni italiane in assoluto più popolari, ma con quelle più belle fra le più popolari; non un juke-box intossicato dal revival ma una scelta di testa e di cuore fatta con testa e cuore di musicista, di cantante, di autrice.

Non è casuale il titolo che la rock star ha voluto dare a questo suo nuovo progetto.

“In parte è dovuto ovviamente all’unione di Hit e Italia, perché nel disco ci sono 17 tracce, 17 hit della più alta tradizione popolare italiana – ha fatto notare – E poi mi piaceva anche il fatto che hit in inglese significa colpire, che è quello che volevo fare con questo disco: spiazzare”.

La Nannini ha operato una scelta diversa da tutto quanto fatto fin’ora.

“Ho pensato che questo fosse il momento adatto – ha confessato – Volevo fare una cosa diversa, cambiare rotta, voltare pagina e partire da una nostra rivoluzione culturale. Volevo anche fare un disco di chitarre, con un'impostazione molto rock e fare una scommessa: partire da canzoni italiane molto popolari”.

L’artista ha voluto realizzare un disco italiano per eccellenza con dentro il festival di Sanremo, il Cantagiro, il Disco per l'estate, il Festivalbar, la canzone popolare degli anni sessanta, il brano da cantautore da Paoli fino a Vasco.

“Ho scelto di fare canzoni di cui avevo il ricordo – ha rivelato – Non avevo mai fatto, a parte un paio di casi, canzoni di altri, mentre di questi ne avevo una memoria orale, un percorso che va da Gigli a Vasco, volevo ripercorrere la canzone del novecento. Sono tappe che partono da “Mamma” e arrivano a “C'è chi dice no”. Com'è cantare altri? Prestare la mia voce a un'ispirazione altrui è catartico. Così mi è venuta voglia di inciderle, perché mi piacciono e perché mi attirano razionalmente per la loro qualità, ma soprattutto perché mi attraggono emotivamente”.

Gino Paoli è ospite in “Il cielo in una stanza”.

“Quando ho deciso di farla, Will Malone mi disse che questa canzone era troppo ‘bassa’ per me – ha osservato – Serviva un uomo che cantasse con me e quindi ho pensato ovviamente di chiamare lui, che è fantastico perché ha dei toni caldi pazzeschi”.

La Nannini ha chiamato anche Vasco Rossi in “C’è chi dice no”.

“L'arrangiamento l'ho un po' stravolto,: è diventato ancora più duro – ha riflettuto – Ho chiamato Vasco per avere la sua partecipazione e quando poi ho sentito il risultato mi sono venuti i brividi. Pazzesco”.

Gran parte delle canzoni di “Hitalia” ha dentro quell'energia e quella vibrazione che la Nannini ha catturato con fiuto animalesco; lei era una bimba all’epoca, ma già in ascolto e, oggi, pronta a sputarla fuori con tutta la sua energia, da “Lontano dagli occhi” (il primo singolo) e “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo a “Dio è morto” dei Nomadi, “L’immensità” di Don Backy, “Dedicato” di Loredana Bertè, “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè, “Io che non vivo senza te” di Pino Donaggio, “Mamma” di Beniamino Gigli, “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli, “Caruso” di Lucio Dalla, “Il mondo” di Jimmy Fontana, “Pugni chiusi” dei Ribelli, “Un’avventura” di Lucio Battisti, fino a “Nel blu dipinto di blu (Volare”)” del Mimmo nazionale.

In “O sole mio” è ospite Massimo Ranieri.

“C’è bisogno di sole, quando va via la nostra vita e arriva il buio – ha accennato – C’è chi nasce nella luce, chi nel buio. Io sono fatta per la luce ma spesso mi innamoro del buio. Da giovane fan di Ranieri mi offrivo di riportarlo in albergo dopo i concerti sulla rombante motocicletta”.

Franco Gigante

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