Tra le meraviglie della foresta di Safarà na con escursionisti di Barcellona Pozzo di Gotto e altre località  varie località 

Ecco una nuova escursione sui monti Peloritani di 32 appassionati della natura e dell’arte, provenienti da varie località: Messina, Acitrezza, San Pier Niceto, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Giammoro, Pace del Mela, Bafia e Castroreale.

A raccontarcela è il noto artista Giuseppe Messina. Ricordando che questa è la terza puntata di un’avventura che potrebbe non finire mai (le prime due sono tate realizzate domenica 8 giugno e domenica 26 ottobre) non soltanto per la vastità del territorio interessato e per le storie che in esso hanno origine, ma anche perché ogni volta si aggiungono nuovi personaggi interessati alla magnificenza della montagna.

“Montagna che oggi, più che mai (come dice il dottore in Scienze Forestali prof. Nino Quattrocchi) è crocevia di cultura e tradizioni, fonte di bellezza e di passioni. E’ un luogo per attingere nuove energie. I Peloritani possiedono quella magia misteriosa e arcana che li rende unici”.

Questa volta l’“escursione-studio”, perché di ciò si tratta, è stata organizzata da Pasquale D’Andrea, creatore del gruppo facebook “Camminare i Peloritani”, insieme a due amici di Barcellona Pozzo di Gotto: Giovanni Mazzeo (titolare della libreria Gutenberg) e il prof. dott. Nino Quattrocchi, storico e grande conoscitore del territorio, autore tra l’altro del volume (presentato ultimamente con successo in varie località) “Tra i Buscaìni della Foresta di Zafarana. Una comunità dei Peloritani lignificata nelle sculture di don Peppino Catalfamo da Bafia”.

Si è trattato di un’escursione guidata ad anello di oltre 15 km, dal titolo “Alla ricerca dei luoghi del Magnifico e dei Buscaìni della Foresta di Zafaràna”, che prende spunto da un libro scritto dallo stesso Quattrocchi. Gli escursionisti si sono inoltrati nel cuore della Vallata del Floresta. In una natura selvaggia che si racconta da sola per cercare di scoprire l'Anima della Comunità, detta dei Buscaìni di Zafaràna, che l'ha abitata per millenni. In quest'ambiente, tra il mito e la storia, convivevano alberi giganteschi e “animali incredibili”. Un “luogo da leggere” per un “mondo da scoprire”. Alla ricerca, dunque, di quell'anima sopita su un letto di foglie ingiallite dall'“autunno del tempo”, tra Natura e Vita. Vita vissuta tra bellezza e sudore.

Il gruppo si è ritrovato presso la libreria Gutenberg, la scorsa domenica alle ore 7,45 e da lì si è avviato alla volta di Bafia, frazione del comune di Castroreale (Me) da dove alle ore 8,30 si è messo sulla via per la foresta di Zafaràna. Alle ore 08,45, giunti nell’ex feudo della Foresta, i partecipanti hanno potuto visitare i ruderi del cenobio italo-greco di Santa Venera di Vanèlla, menzionato nei documenti normanni del 1131 e del 1133 “Storie di persecuzioni di ieri e dell’altro ieri”. Poi l’escursione è continuata lungo il chiassoso alveo del Florèsta, dove il prof. Quattrocchi ha raccontato dell’uragano del 1880 che sommerse gli edifici non soltanto di Santa Venera, ma sconvolse tutto il paesaggio, come narra la cronaca del tempo grazie ad un giornalista di Castroreale e come si può vedere tutt’oggi dai resti architettonici che emergono in mezzo alla folta vegetazione.

Verso monte dell’ex feudo di Santa Venera del Bosco, i partecipanti all’escursione, si sono portati a visitare “u Ruulu ‘i Taddu” – la Quercia di Tallo – una quercia veramente immensa, come diceva la gente del luogo, “spaventosa”, facente parte dei “Giganti della foresta”, molti dei quali decimati dai Piemontesi per ricavarne tonnellate di carbone. Il prof. Nino Quattrocchi, non solo magnifico ricercatore e raccoglitore di aneddoti, ma anche ottima guida, ha condotto il gruppo alla “Rutta di ‘Ncialè”, a “Truvatura di Rocca Timògna”, alla “Valle degli Avi” e alla “Gola di Janni”, ricordando le “Alluvioni storiche: tra la vita e la morte”, per proseguire alla volta della “Fornace du zzu Peppi Bbinnàssu”. Infine gli escursionisti sono giunti a “Cavallaro”, cuore della Foresta di Zafaràna. Attorno al focolare si raccontavano le storie dei Bbuscaìni della Foresta di Zafaràna e qui, nella “Casina Forestale”, davanti al grande camino acceso, intanto che le salsicce cuocevano, l’artista Giuseppe Messina è stato invitato a intrattenere gli escursionisti declamando il suo poemetto per un atto unico teatrale “Ulisse destino di se stesso”.

Intanto il sole s’inoltrava dietro il monte e ciascuno mangiava il pasto in una piena allegria che non faceva sentire la stanchezza. Anche il filoso prof. Carmelo Maimone ha allietato i tutti i partecipanti all’escursione (compresi gli organizzatori Nino Quattrocchi, Giovanni Mazzeo e Pasquale D’Andrea) che vediamo tutti nella foto di gruppo: l’artista Giuseppe Messina con la moglie Nerina, Ignazio D’anna e Giusi Barbera, Nino Milicia e la moglie, la prof.ssa Anna Aloi con il marito, Gioacchina Marsala, Nuccio Ferraro, Teresa Milioti, Domenico di Giovanni, Antonino Micale, Carmelo Proto, Mario Crisafulli, con due suoi amici, Gianni Maisano e Carmelo, Brigitte Colau (belga, trapiantata in Sicilia per amore di questa terra), la signora Teresa Squadrito, Domenico Occhipinti, Caterina Russo, Loredana Cardubbo, Nicola Comunale Rizzo, Salvatore Mirabile, Salvatore Galletta e Santina Galletta.

Nella foto il gruppo degli escursionisti.

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