Nel Catechismo non esiste un paragrafo dedicato all’abuso sui minori

Il prete e scrittore Mauro Leonardi riporta sul suo blog “come Gesù”, un articolo di critica nei suoi riguardi da parte dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali. Ne trascrivo un brano: “Tuttavia anche lui, come prevedibile, ha ceduto alla comoda tentazione dell’anticlericalismo: in un articolo, ad esempio, ha criticato la Chiesa gerarchica perché -a suo dire- «la punizione ecclesiale cade immediata come una mannaia» quando un prete fa sesso con una donna o con una suora, «e invece c’è tanta lenta pesantezza» in caso di abusi sessuali con i bambini. Ha così ipotizzato che il clero non riconosce i danni «arrecati al bambino dalla violenza sessuale» e che «la chiesa istituzione» interviene subito, perché si sentirebbe tradita dal sacerdote libertino. Risposte assurde… La vera risposta alla domanda è che quando un prete tradisce la vocazione con una donna non ha alcuna remora ad ammetterlo (se la notizia emerge è perché o lui o la donna l’hanno rivelato), anzi spesso è proprio lui che lo rivela pubblicamente, ed è sempre facile risalire alla chiarezza dei fatti. Rispetto all’abuso di un bambino, quasi mai purtroppo è semplice raggiungere la verità sulle accuse, spesso risalenti a anni o decenni prima, le indagini durano molto tempo ed è assurdo punire un prete prima del termine delle indagini anche perché -come dicono i numeri- solo in una minoranza dei casi le accuse contro i sacerdoti vengono confermate in tribunale e portano a condanne”.

Intanto c’è da chiedersi che cosa c’entri mai l’anticlericalismo. Appena si fa una piccola critica alla Chiesa, e questa volta a farla è un appartenente al clero, si viene accusati di anticlericalismo. E poi: se la risposta alla più che legittima domanda di don Mauro è “assurda”, quella data dai Razionali (!) è ridicola. L’immediatezza (e la severità) della punizione non è riferita al tempo impiegato per accertare i fatti, ma al tempo impiegato per infliggere la punizione dopo che la Chiesa è venuta a conoscenza dei fatti. Del resto, è noto a tutti che la Chiesa fino all’altro ieri, pur essendo a perfetta conoscenza degli abusi perpetrati da alcuni sacerdoti nei riguardi di minori, non solo si è astenuta dal punirli, ma ha anche fatto sì che le indagini da parte dell’autorità giudiziaria neppure cominciassero. Ma allora che risposta bisogna dare alla domanda di don Mauro? Una sicuramente è questa: la Chiesa non ha mai considerato l’abuso sui minori un grave peccato, mentre ha sempre considerato grave peccato la fornicazione. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica tra le offese alla castità c’è un paragrafo dedicato alla lussuria, un lungo paragrafo dedicato alla masturbazione (ma guarda un po’), un paragrafo dedicato alla fornicazione, uno dedicato alla pornografia, uno alla prostituzione e infine uno dedicato allo stupro. Nel paragrafo della fornicazione si fa un cenno alla corruzione dei giovani, e in quello dello stupro, si leggono le seguenti righe: “Lo stupro è sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti (incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati”. Tutto qua. Non esiste un paragrafo dedicato alla pedofilia. Che dite, sarà bene inserirlo, uomini della Chiesa?

Miriam Della Croce

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