Dio non c’entra con la tragedia del vulcanello ad Agrigento

Ha ragione il sacerdote e scrittore Mauro Leonardi quando, riguardo alla tragedia dei due bambini uccisi dall’esplosione dei vulcanelli nella riserva Macalube (Agrigento), scrive: “Questa storia del trovare i colpevoli è falsa e pericolosa. Soprattutto per chi crede, perché va a finire che la colpa è di Dio… non è così: è un mistero. Ho letto le parole di don Salvatore, che è stato vicino a Roberto, e mi è piaciuto perché non ho trovato le solite parole vuote sulla croce. Quelle parole che, alla fine, gira gira, fanno diventare colpevole Dio. Perché quella che fa piangere e soffrire davanti ai corpi ripescati dal fango dei tuoi figli non è la croce… è un mistero. E i misteri – quando ci si è obbligati – si vivono non li si spiega… davanti al mistero ci si ferma. Niente spiegazioni. E attenti noi credenti a non usare la croce come un’ascia e usarla per le spiegazioni… Perché il mistero non è qualcosa che se lo conosci, lo capisci. È qualcosa davanti a cui ti devi fermare perché è tanto grande, tanto profondo, tanto troppo….” (Il Sussidiario.net del 29 settembre). Ha ragione Mauro Leonardi, la colpa non può essere attribuita a Dio che non avrebbe tenuto lui per mano i due bambini, anziché il loro papà. Ha ragione, il sacerdote. Dio non c’entra. Ma allora non sarebbe il caso una buona volta, alla luce di queste tragedie, che tanti cristiani smettessero di credere nella possibilità di un intervento diretto di Dio nelle tristi vicende umane? Che smettessero di credere all'Angelo Custode che soccorrerebbe e proteggerebbe ognuno di noi, e soprattutto i bambini? Nei miracoli di Padre Pio, di Sant'Antonio, della Madonna (Gesù sembra faccia meno miracoli) e di chissà quanti santi ancora? Se Dio, Padre Pio, e tutti i santi e gli angeli del paradiso, avessero avuto la possibilità di salvare quei piccoli, lo avrebbero fatto. E senza bisogno d’essere pregati e supplicati.

Elisa Merlo

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