Caro Direttore,
alla mia “veneranda età” (sono del ’35) e con una gratificante professione alle spalle, mi par di poter dire, forse a pieno titolo, che il nostro bel paese sembra costellato da delinquenti in camicia bianca, da ladri scientifici e non aggiungo altro, salvo a dire che si farebbe prima a citare i pochi onesti, che pur ci sono, ed ai quali si arroga la presunzione di appartenere anche lo scrivente: basta leggere i quotidiani ed ascoltare la tv..
Oggi viene etichettato come stupido chi non intrallazza, chi non arrotonda con la “furbizia” (tanto per usare un eufemismo), non sottacendo poi che la classe politica italiana, responsabile di tutto ciò, si è trasformata in un coacervo di personaggi dal quale è difficile salvarne qualcuno. La gente non guarda più i talk-show perché essi fanno venire il mal di stomaco, talvolta anche la nausea, il paese sta affondando in un debito pubblico insanabile, eppure c’è ancora qualcuno che crede che il problema italiano si risolva.
La gente a reddito fisso non ce la fa in quanto le sue entrare sono appunto “fisse”, i commercianti per far fronte alle spese aumentano i prezzi (salvo a diminuirli quanto non c’è più domanda, pena la chiusura delle loro aziende già decotte) e tutto ciò determina un circolo vizioso che fa morire i portatori di reddito fisso e fallire le aziende che, aumentando i prezzi, hanno sortito l’effetto momentaneo di un fuocherello di paglia, a tutto danno dell’economia non solo reale….
In questo contesto, non c’è crescita di PIL che tenga, non c’è riduzione della spesa pubblica che serva: ci vuole solo l’onestà degli Italiani che, da quando sono usciti dalla scena politica i vari De Gasperi, Togliatti, Nenni ed i La Malfa (tanto per ricordarne alcuni) non esiste più.
Ormai il Bel Paese è infettato al punto (lo dico da ottimista !) da non essere più in grado di trovare la strada giusta per uscire da una situazione irrisolvibile.
A meno di una rivoluzione giovanile ! Non certo quella del “ vero gufo ” che è Renzi, e non certamente il sottoscritto !
ARNALDO DE PORTI
