Credo sia la prima volta che reputo giusto, anzi, giustissimo un discorso di Silvio Berlusconi. Siamo in guai economici gravissimi e andiamo ad imporre sanzioni alla Russia, che si trasformano in sanzioni a noi stessi. E partecipiamo ad esercitazioni di guerra, come se avessimo dimenticato che cosa è una guerra, come se la guerra fosse un gioco. Volete aspettare almeno che siano tutti morti coloro che la guerra ancora la ricordano, che ancora sentendo il rombo di un aeroplano, non possono fare a meno di andare con la mente a quando a quel rombo seguivano le esplosioni delle bombe sulle città? Alle case distrutte, agli innocenti uccisi? Morti noi che la guerra non l’abbiamo dimenticata, voi potete ricominciare tranquillamente a cantare: “Sta presso il tavolin giocando il piccolo Bebé: gioca coi soldatin che il buon papa gli diè. Ecco le schiere là già pronte in fila per marciar… Soldatini di ferro che un dì se ne stettero fermi così contro il vento che invano fischiò, contro il fuoco che invan divampò !… “. Col cavolo invan divampò!
Attilio Doni