PromaPagina intervista a Razzi

Introduzione

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di Mira Carpineta e Mafalda Bruno


Come i nostri lettori avranno modo di constatare, l'intervista che segue è quantomeno singolare. Il nostro incontro con il Senatore Antonio Razzi è stato, invero, unico nel suo genere. Al di là delle imitazioni di satira politica di Maurizio Crozza che lo hanno reso noto e amato da un vasto pubblico, con PrimaPagina il Senatore è stato semplicemente sè stesso. Verace, forte e gentile come nella migliore, atavica tradizione del carattere abruzzese. Non fa il “saputo”, non se la tira, non dimentica le sue origini umili di cui, anzi, va fierissimo; è genuino, non nasconde niente, nè le sue lacune in italiano, nè le sue idee politiche che difende a spada tratta perchè in esse crede con tutto sè stesso. Parlare in abruzzese non era programmato, ma poi è venuto tutto così spontaneo e naturale (e divertente!) che abbiamo deciso di trascrivere le sue dichiarazioni così come egli ce le ha trasmesse. Ad una persona così disarmante e genuina, così trasparente nella sua semplicità, così squisitamente “nature”, siamo del parere che vadano concesse tutte le attenuanti del caso, inclusa una permissiva benevolenza per alcuni strafalcioni linguistici che giocoforza sono emersi nell'intervista che il nostro ineffabile Razzi ci ha gentilmente concesso, regalandoci attimi di pura ilarità, ma anche di affettuosa comprensione per il personaggio. Una doverosa precisazione per chi non è abruzzese: noi non usiamo il “lei” nel nostro dialetto: al massimo il “voi” ma con qualche, anzi, parecchie difficoltà. Quindi adoperiamo sempre il “tu” ma con un distinguo quando ci si rivolge ad una persona di prestigio. Come i nostri antenati, facciamo precedere o seguire il “tu” da “Assignerè” che tradotto significa “vostra signorìa”, come segno di rispetto, anche se poi si continua a dare del tu con la massima naturalezza. Naturalmente l'uso di Assignerè non è condiviso dalle nuove generazioni che si destreggiano con il tu e il lei disinvoltamente senza porsi soverchi problemi. In ogni caso, leggendo le parole che seguono o precedono quelle in stretto dialetto, si afferra facilmente il senso delle domande e delle risposte del Senatore.
E dunque…. buona lettura!

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