Greta e Vanessa rapite in Siria. “Non potevano starsene tranquille a casa loro? Perché sono andate a cacciarsi nei guai?”. Queste domande, magari condite da qualche insulto, se le fanno alcune persone, per lo più di sesso maschile, che non riescono a capire il comportamento delle due ragazze. Non capiscono semplicemente perché hanno un animo diverso dall’animo delle due ragazze, una mentalità diversa. Perché sino andate a cacciarsi nei guai? La spiegazione è qui, in questa lettera che scrissi quando due volontarie italiane furono rapite in Iraq. La pubblicò il 5 ottobre del 2005, un quotidiano che oggi non c’è più. Spiegavo che cosa è la santità: “Nell’immaginario popolare creano un santo visioni celesti o diaboliche, guarigioni prodigiose, estasi, misteriosi aromi, ma la santità è ben altra cosa. Stigmate, cilici, flagellazioni, lotte materiali col demonio, estenuanti digiuni, torture, inutili mortificazioni, non fanno la santità. Chi si preoccupa della propria salvezza, rifugiandosi magari in un monastero, separandosi dal mondo, non è santo, perché a differenza degli apostoli, si è messo al riparo dai lupi (Mt 10,16); chi si adopera per guadagnare il paradiso ed evitare l’inferno, non è santo, perché il suo pensiero è rivolto, in realtà, a sé e non ai fratelli. La santità è chiara, semplice, evidente; non ha nulla di misterioso. La santità è – naturalmente nei limiti delle possibilità umane – somiglianza a Cristo. Più si somiglia a Gesù più si è santi. E per realizzare questa conformità, non c’è altra strada che quella da lui stesso indicata (potrebbe essere altrimenti?): «Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi». Per essere santi bisogna amare il prossimo, anche a rischio di rimetterci la vita (Gv 15,13). Alla luce di questo concetto, si può senz’altro affermare che un esempio di santità lo hanno dato le due volontarie italiane Simona Pari e Simona Torretta, le quali hanno rischiato la vita per il bene del prossimo bisognoso”. Ecco, forse Greta e Vanessa sono andate in Siria perché sono un po’ sante.
Renato Pierri
P.S. La lettera piacque a Fulvio Grimaldi, che scrisse a riguardo: “Questo, mentre affiggo sopra il mio giaciglio di penitenza la lettera a Liberazione del bravo Renato Pierri… Dice Pierri: «Si può senz’altro affermare che un esempio di santità…». Dopodiché Woytila, una specie di Carl Lewis delle santificazioni, non ha tardato un minuto… “.