BCE. SANTORO: SULLA SOVRANITA’ DRAGHI SBAGLIA

“Al contrario di quello che pensa Draghi, i Paesi europei, con la collusione della politica, hanno già ceduto troppa sovranità ed autodeterminazione in questa Unione la quale è più burocratica e di parte che di popoli e di istituzioni democratiche. Non mi sembra saggio continuare lungo questo percorso”. Cosi’ è intevenuto Manuel Santoro, Segretario nazionale di Convergenza Socialista, a seguito di alcuni passi dell’intervento del Presidente della Banca Centrale Europea.

“Dopo alcuni anni di svalutazione interna, medicina dettata direttamente dall’Unione e ben ricevuta dai governi italiani, il Paese è alle corde”, continua Santoro.

“Vincolati da una moneta unica che non permette svalutazioni monetarie interne, non esistendo monete nazionali, pressati dal vincolo del rapporto deficit/PIL inferiore al 3%, il quale include naturalmente anche gli investimenti per la crescita, e coscienti del fatto che il Fiscal Compact sarà applicato dal 2015 e produrrà effetti dal 2016, abbiamo poco tempo e pochissimi strumenti per rialzarci”.

“La partita per i socialisti e la sinistra, oggi, è in Europa. Se il paletto del 3% non permette investimenti e se una ripresa sostanziale dell’economia attraverso l’export non è pensabile per l’impossibilità di attuare processi di svalutazione monetaria, l’unico strumento disponibile è rompere alcuni dei vincoli europei, con o senza il beneplacido della nomenclatura dell’Unione, e avviarsi velocemente verso una integrazione politica dei Paesi membri. Oppure ripensare l’Europa dalle fondamenta”.

“Al netto di tutte le risorse fantasma di questo Paese, dal sommerso all’evasione fiscale, che senza dubbio potrebbero essere utilizzate per ridurre il debito ed avviare processi di crescita economica e sociale non indifferenti, perche’ affogare in una unione (solo) monetaria all’interno della quale si scontrano interessi nazionali così diversi?”

“Una decisione andrà presa a brevissimo”, conclude Santoro, “perchè questo Paese non è più in grado di rimanere impantanato in una condizione di decrescita sostanziale e di attendere che il Governo delle giovani promesse acquisisca competenza e lungimiranza”.

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