Tra cronaca e storia la prima ricostruzione di un processo di democratizzazione che esige compimento.
La fine dell’Unione Sovietica, la rivoluzione arancione, il regime di Janukovic, le proteste di Majdan, il rischio di una guerra civile. Una trama di differenze culturali e linguistiche interrogate nella loro profondità. “La nazione è una comunità immaginata”: questa è la sola prospettiva entro cui leggere i recenti avvenimenti, L’insurrezione, le elezioni, il nuovo contesto politico. Disegnando le tappe di questo processo l’autore riflette sull’attualità nella consapevolezza di un’Europa sempre troppo fragile. Il libro, scritto da un esperto di storia dell’Europa orientale (Università di Trento), nonché tra i soci dell’Associazione italiana di studi ucraini, aiuta a capire come funzionano i gruppi degli oligarchi e le vere ragioni della protesta in corso. Lo fa descrivendo come funzionasse il regime di potere istituito dalla presidenza Kucma, come la rivoluzione arancione abbia rappresentato la nascita di una coscienza civile nella vita politica ucraina, come Janukovyc abbia tentato di instaurare una dittatura e come sia stato sconfitto da una rivoluzione che era nazionale ma non nazionalista. Infine in queste pagine si racconta come la Russia , invasa la Crimea stia cercando di destabilizzare l'intera democrazia ucraina con i guerriglieri nelle regioni orientali. Insomma la società civile ucraina sulle barricate e un originale approccio al conflitto che- è la tesi di Bellezza- non è fra ucrainofoni e russofoni.
Per richieste del volume per recensione o interviste all’autore (sempre in viaggio tra Torino e Kiev)
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