Accolto l’ordine del giorno presentato dai Deputati PD eletti all’estero che impegna il Governo ad autorizzare l’assunzione di personale in loco da destinare allo smaltimento delle giacenze delle pratiche di riconoscimento della cittadinanza
“La fiducia che il Governo ha messo sulla legge di conversione del decreto recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale ha fatto purtroppo decadere gli emendamenti presentati al provvedimento. Tra gli emendamenti considerati ammissibili, c’era anche quello da me presentato nel quale chiedevo si costituisse presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari un Fondo speciale nel quale far confluire i proventi derivanti dalla imposizione di 300 euro per la richiesta di riconoscimento della cittadinanza.
Si trattava in realtà, e si tratta, di affrontare in modo non episodico, come è avvenuto qualche anno fa con l’istituzione delle task force finanziate dal Governo Prodi e attivate dal Ministro Tremaglia, la questione della eccessiva lentezza nelle procedure di riconoscimento della cittadinanza, che di fatto svuota una legittima attesa del cittadino, e soprattutto di smaltire le giacenze di centinaia di migliaia di pratiche che si sono accumulate nel tempo, in particolare nei Paesi dell’America latina.
Le procedure parlamentari, dunque, mi hanno indotto a convertire l’emendamento in un ordine del giorno dello stesso tenore, presentato assieme ai colleghi eletti all’estero Farina, Fedi, Garavini e La Marca, che è stato accolto, sia pure con riformulazione, dal Governo. In esso, il dispositivo impegna il Governo “a considerare l’opportunità di adottare un provvedimento per il ricorso, presso le rappresentanze e gli uffici consolari, a procedure, da concertare con il Ministero degli Esteri e quello dell’Economia e delle finanze, volte alla contrattazione con personale locale”.
Vorrei fare osservare che questa formulazione non introduce una parziale utilizzazione dei proventi, come nella riformulazione di altri ordini del giorno, pur approvati, e non finalizza le risorse ad un generico e indeterminato sostegno alle attività dei consolati, ma all’assunzione di personale locale la cui attività sia prevalentemente destinata al recupero delle enormi giacenze di domande di cittadinanza e a rendere fisiologici i tempi di trattazione delle pratiche.
Naturalmente, il nostro impegno è quello di vigilare che questo avvenga veramente e che avvenga al più presto. Per questo non escludiamo nell’immediato futuro nemmeno la presentazione di ulteriori provvedimenti che possano con chiarezza evitare che i 300 euro si traducano semplicemente in una nuova imposizione ma siano resi in forma di servizio ai cittadini chiamati a pagarli”.
ITALIA
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