Tassa di 300 Euro per esercitare il diritto di cittadinanza

Gerardo Pinto (CGIE): “La soluzione finale targata PD”

Il “contributo” di 300 euro per le richieste di riconoscimento di cittadinanza non è accettabile! Sembrerebbe che a dirlo ora non siamo solo noi del MAIE, ma anche i deputati eletti all’estero del PD.
In un comunicato stampa infatti si legge: “Un’imposizione aggiuntiva che non comporti una restituzione in termini di trasparenza e di accelerazione del procedimento amministrativo relativo al riconoscimento di cittadinanza non è accettabile.”

Quanto dichiarano questi deputati è dovuto alla necessità di giustificare un loro emendamento allo sciagurato provvedimento che introduce la tassa dei 300 euro sulle richieste di riconoscimento della cittadinanza: un emendamento che non cancella quella tassa anzi la conferma e istituisce – a fronte di questa estorsione – per ogni Consolato un “fondo speciale destinato a finanziare la contrattazione di personale locale con la finalità di smaltire l’arretrato di pratiche di cittadinanza presentate presso gli uffici consolari.”
Insomma, un po’ di zucchero per addolcire la cicuta che dovranno bere gli italiani all’estero.
Sia ben chiaro: a questo emendamento dell’emendamento si è arrivati solo dopo che il tentativo del PD – di fare approvare in sordina una sostanziale modifi ca al sistema di trasmissione di cittadinanza applicabile ai discendenti di italiani nati all’estero – è fallito a causa delle proteste dei Parlamentari e dei dirigenti del MAIE, unica forza politica che ha reagito a questo sproposito.
Secondo Porta, deputato “in teoria residente in Brasile”, il “contributo” di 300 euro sarebbe una tassa necessaria a “raccogliere risorse aggiuntive da destinare all’assunzione di contrattisti da impegnare nello smaltimento delle pratiche di cittadinanza, che solo in America Latina ammontano a diverse centinaia di migliaia, oltre la metà delle quali nel solo Brasile”.

Una tassa – secondo l’ordinamento giuridico italiano – è una tipologia di tributo dovuto dai privati cittadini allo Stato, legato al principio della controprestazione e del sotto costo. Cioè un pagamento dovuto da un soggetto come corrispettivo per la prestazione a suo favore di un servizio pubblico offerto da un ente pubblico a un costo minore del reale, in modo da consentire la fruizione del servizio anche ai meno abbienti.

Ciò significa che per Porta e il suo partito, il riconoscimento della cittadinanza italiana è un servizio pubblico e non un obbligo dello Stato. Essendo un servizio pubblico, lo Stato, secondo criteri di opportunità, può prestarlo o meno.

Ecco cosa pensano Porta e il Partito Democratico: visto che l’Italia è in crisi, è opportuno comprimere il servizio di riconoscimento della cittadinanza, e pertanto fissiamo una tassa a un costo spaventoso in modo che nessuno chieda il servizio.

La soluzione finale targata PD!

Forse tra gli eroi dell’ infanzia dell’On. Porta c’era Robin Hood.

Ma quella storia Porta deve averla capita al rovescio, e così gli è venuta l’idea di istituire questo Fondo “Hood Robin”, finanziato dai poveri per consentire ai ricchi di essere riconosciuti cittadini (Porta dovrebbe sapere se venisse più spesso che in Sudamerica 300 euro equivalgono in tanti paesi allo stipendio medio o a due pensioni).

L’ emendamento di Porta e i suoi colleghi di istituzione del Fondo “Hood Robin” è destinata al fallimento. E loro lo sanno benissimo, ma almeno così fabbricano un po’ di fumo e tirano a campare. Si legge nel loro comunicato: “In ogni caso qualunque sia l’esito del confronto parlamentare in merito… il nostro impegno sarà costante nel richiedere…che si metta finalmente fine alle non più sostenibili annose giacenze delle pratiche di cittadinanza”.

Traduzione: “ Ci dispiace, sappiamo già che il Governo metterà la fiducia sul provvedimento, allora nessun emendamento – compreso il nostro del Fondo “Hood Robin”- sarà approvato.”

E votare contro il provvedimento o la fiducia? Non contateci!

Quello sarebbe un atto eroico, che i parlamentari PD mai compiranno.

Ma anche se per un miracolo, l’emendamento del fondo “Hood Robin” venisse accettato dal Governo e approvato dal Parlamento, davvero Porta crede che le persone in attesa di presentare la domanda di riconoscimento della cittadinanza riusciranno a pagare i 300 euro richiesti?

Ma in che mondo vive Porta? Non certo in Brasile.

E allora sì che le pratiche di cittadinanza saranno smaltite (e i Consolati non riceveranno un soldo, giustificando così la chiusura!)

Almeno per fortuna c’è il MAIE: una voce si alza nel deserto per difendere gli italiani nel mondo!

Gerardo Pinto
CGIE
Presidente FEDITAL (Federazione delle associazioni Italiane di Lomas di Zamora)
Coordinatore MAIE

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