CINECENSURA: MOSTRA VIRTUALE PERMANENTE

Presentata a Roma, presso il cinema Trevi, la mostra virtuale permanente Cinecensura, cento anni di revisione cinematografica in Italia, promossa da Direzione Generale per il Cinema del MiBACT in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. La mostra si è tenuta proprio in Via della Ferratella, 51 a Roma. Qui aveva sede l’ufficio incaricato di tagliare quel che rischiava di offendere il pudore pubblico: sesso, politica, violenza, religione e tanto altro ancora, che il buon costume dei tempi deprecava.. Sono esattamente cento anni che fu varato il regolamento attuativo della revisione cinematografica in Italia. Il percorso permette di destreggiarsi online attraverso l’innumerevole documentazione tra i brani dei film tagliati, i documenti della censura preventiva, i bozzetti dei manifesti censurati, gli atti parlamentari, le sentenze e tanti altri materiali come saggi critici e interviste inedite. Presenti in sala Tatti Sanguineti, storico del cinema, che ha voluto ringraziare tutto il gruppo di lavoro che ha realizzato questa ricchissima documentazione, la cui ricerca iniziò nel 1998, con lo scopo di digitalizzarla nonché di creare una banca dati della censura cinematografica. L’esposizione virtuale contiene documenti relativi a 300 lungometraggi e a 80 cinegiornali, 100 pubblicità e cortometraggi, 28 manifesti censurati, filmati di tagli di 74 film insieme a quelli di 15 cinegiornali e cortometraggi, con videointerviste a testimoni e studiosi. La prima sezione riguarda tematiche relative a sesso, politica, religione e violenza, dove l’azione della censura è stata particolarmente rilevante. La seconda è dedicata ai protagonisti che da sempre ruotano attorno al “sistema censura”: il Parlamento, i Cattolici, i Produttori, e gli Avvocati. Le modalità della stessa concludono le sezioni che vanno dal muto, alla censura preventiva, ai sequestri a luci rosse e alle riedizioni televisive. Una sorta di viaggio tra i “pelaghi” della multimedialità che ci permette senza nostalgie di guardare al passato, dove l’ambiguità di uno sguardo forzatamente “miope” evidenziava una burocrazia dall’ambiguo concetto di morale, così diffidente di fronte alle trasformazioni che stavano avvenendo nel Paese. Dalle parole di Stefano Rulli, Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, l’intento da evidenziare è la vista di materiali finora invisibili, rileggendo con occhi nuovi un’Italia viva, creativa, che provava a raccontare novità in modo nuovo, dove mostrare e non giudicare regala all’utente una ricostruzione storica, a sua disposizione per sempre. Presente in sala l’avvocato Luigi Di Majo, noto anche per aver difeso Bernardo Bertolucci per Ultimo tango a Parigi, (vedi locandina) condannato in I grado e poi riammesso in appello per il suo contenuto artistico. Ricordando le intricate e discusse vicende giudiziarie di quegli anni, come Salò di Pier Paolo Pasolini che ebbe la stessa sorte, ha affermato che il nemico più ostile alla censura è stata la Magistratura penale, poiché ha massacrato, dal dopoguerra, il cinema italiano con una certa libertà d’azione. Sanguineti ha poi concluso con l’importanza della censura per la pellicola di Bertolucci, che forse non avrebbe mai avuto la notorietà che conosciamo. L’editore Aracne ha pubblicato lo scorso anno gli atti di un convegno sul film in oggetto, svoltosi nel 2012 alla facoltà di Giurisprudenza di Romatre, in occasione di una serie di incontri dedicati al rapporto tra l’arte cinematografica e il diritto penale. Vale la pena ricordare, al suo interno, la testimonianza, che fu in video, del regista poiché evidenziò che in seguito alla condanna in primo grado perse il diritto di voto. Ma se si vuole dare uno sguardo nell’Italia odierna, chi sono i censori? Nel ’98 vi fu una proposta di legge dell’allora ministro Veltroni, passata poi nel dimenticatoio. Oggi il lavoro maggiore si svolge nella tutela dei minori, in particolare se si pensa alla tv, con il controllo delle fasce orarie che vanno sempre regolamentate, senza mai abbassare la guardia. E’ un tema che può essere scontato ma che può, nel mondo in cui viviamo, avere una smussata complessità, con un pizzico di nostalgia per tutte le generazioni, rievocando la scena di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, dal significato così simpaticamente bacchettone, dove il sacerdote del paese nell’unico cinema esistente, era intento al suo “potere” di tagliare i secondi di pellicola per lui giudicati troppo osé.

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