“Dopo la giornata intensa di ieri che ha portato alla mia autosospensione dal gruppo del PD al Senato insieme ad altri 13 colleghi, da più parti mi è stato chiesto di motivare la mia scelta. E per questo non posso esimermi dallo spiegare i passaggi principali che mi hanno portato a scegliere la via della protesta”. Lo scrive in una nota Renato Turano, senatore del Partito Democratico, eletto nella circoscrizione Estero.
“La scelta del mio partito di sostituire in 1a commissione i colleghi Mineo e Chiti perché non allineati al progetto di riforma scritto dal governo la reputo sbagliata. La discussione, il dialogo, il confronto, sono essenziali in un partito che si dica democratico – sottolinea Turano – E questa mancanza di dialogo non la condivido. So che qualcuno si opporrà al mio pensiero, sostenendo che il dialogo c'è stato ed è durato 70-80 ore. Eppure in 70-80 ore di confronto non è cambiata una virgola nel testo del governo, rimasto immutato nonostante le tante ore di assemblea. Evidentemente più che un confronto, era un'illustrazione”. “Senza contare – aggiunge Turano – la sostanza della riforma che, personalmente, non posso condividere per due punti cruciali. Intanto perché è impensabile un Senato nominato e non legittimato dai cittadini. I cittadini, infatti, sono sovrani e devono eleggere i propri rappresentanti. E poi perché il mio mandato mi impone di rappresentare quasi 5 milioni di italiani residenti all'estero e 68 milioni di oriundi. E nel Senato così come progettato dal governo non c'è traccia della rappresentanza degli italiani all'estero”.