Born in the Wild. Polemiche negli Usa per un reality sulla gravidanza selvaggia. Il parto all’aria aperta diventa una moda. Lo Sportello dei diritti: " non emulatelo"

La frontiera del trash dei reality non ha limiti. Partorire come due secoli fa, in mezzo alla natura, senza alcun tetto sopra la testa e senza dottori, il tutto ripreso dalle telecamere. E' il nuovo reality Lifetime Born in the Wild che sta facendo scatenare le polemiche negli Stati Uniti per i rischi connessi ad un programma simile, anche se la presenza delle telecamere dovrebbe garantire che le donne, in caso di complicazioni, saranno aiutate. Il programma è ispirato ad un video YouTube di venti minuti in cui viene mostrata una donna che, senza aiuto alcuno, partorisce in mezzo a una foresta, ma la ‘trasposizione televisiva’ non manca di far discutere. Per Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” il timore è che Born in the Wild potrebbe scatenare un effetto emulazione che metterebbe a rischio le gravidanze complicate di donne avventurose che scelgono di partorire all'aria aperta, in luoghi incontaminati e senza alcuna assistenza medica. Altre invece potrebbero provare un ‘parto in casa’, con tutti i rischi del caso. Da febbraio ad oggi, il video su YouTube ha registrato 20 milioni di visualizzazioni.

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