Come mai alle donne non viene mai in mente di chiedersi che cosa sarebbe la Chiesa senza gli uomini? Perché non si compiacciono mai della presenza maschile nella Chiesa? Perché non ringraziano mai gli uomini per il fatto stesso di essere uomini? Perché non sentono il bisogno di dire che gli uomini hanno vissuto un’esperienza di legame speciale con il Signore? E come mai, invece, Giovanni Paolo II ebbe a scrivere: “Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna!” (Lettera alle donne – 1995)? Come mai Benedetto XVI sentì il bisogno di affermare: “Le donne hanno vissuto un’esperienza di legame speciale con il Signore” (aprile 2012). Come mai, anche il bravissimo papa Francesco sente tanto spesso il desiderio di elogiare il ruolo della donna nella Chiesa, sino ad esclamare qualche giorno fa a Gerusalemme: “Che cosa sarebbe la Chiesa senza le donne?”. Forse è opportuno prima chiedersi: perché gli uomini della Chiesa parlano delle donne nella Chiesa in quanto donne? Perché non si limitano a parlare di questa o quella donna, di questa o quella persona? E la risposta è facile: la causa del fenomeno è il maschilismo. E questo è anche la causa della esclusione delle donne dal sacerdozio. Alle prime domande si può quindi rispondere: le donne non hanno sensi di colpa nei confronti degli uomini; questi hanno sensi di colpa nei confronti delle donne.
Renato Pierri