In questa settimana è in corso ad Algeri un importante convegno sulle rappresentanze delle comunità nazionali residenti all’estero, promosso dall’Assemblée Populaire Nationale dell’Algeria. L’incontro, finalizzato al confronto delle diverse esperienze realizzate o in itinere, all’esame delle politiche emigratorie adottate dai singoli Paesi e al rapporto tra i parlamentari eletti all’estero con le istituzioni nazionali, si deve considerare certamente una buona occasione per valutare lo stato dell’opera e soprattutto le prospettive di questa originale forma di rappresentanza. Certo, non può destare qualche amara riflessione il fatto che mentre in Italia resta sempre folta la schiera di coloro che considerano necessario il ridimensionamento della rappresentanza della comunità italiana nel mondo o addirittura mormorano di una presunta incompatibilità dei suoi costi con le condizioni del Paese, all’estero crescono le realtà che decidono di mettersi su questa strada con interesse e impegno.
La votazione di fiducia apposta al Decreto casa ci ha costretto, con nostro rammarico, ad annullare all’ultimo momento una partecipazione desiderata e da tempo programmata. Abbiamo pensato, comunque, di non far mancare una riflessione sull’esperienza italiana inviando, anche a nome dei colleghi Farina, Garavini e Porta, tramite il nostro Ambasciatore ad Algeri, un documento riassuntivo delle nostre valutazioni sulle questioni messe in discussione.
Ci è sembrato significativo richiamare l’attenzione dei partecipanti sul nesso che in questa fase della vita politica e parlamentare italiana si è annodato tra riforme costituzionali e rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Dopo avere richiamato il lungo percorso di costruzione di una rappresentanza che si è articolata in tre diverse istanze – di base (COMITES), generale (CGIE) e parlamentare – abbiamo ritenuto di sottolineare la necessità che le annunciate riforme costituzionali non mettano in discussione i diritti di cittadinanza e quelli di rappresentanza dei cittadini italiani all’estero. Nessuno s’illude che questo tipo di rappresentanza possa rimanere al di fuori del cantiere delle riforme, ma l’essenziale è che non siano intaccati diritti e prerogative che hanno un riconoscimento costituzionale, e che, dunque, non si compiano passi indietro su questo cammino costato fatica e molti sacrifici. La stessa riforma del sistema del voto per corrispondenza può avvenire sensatamente aumentando le prerogative di personalità e di segretezza del voto volute dalla Costituzione.
In questo momento di acceso e talvolta confuso confronto, ci è sembrato importante riaffermare la nostra idea generale di rappresentanza degli italiani all’estero. Un’indiscutibile priorità è quella della rappresentanza di base, che è una forma ineliminabile di autotutela delle nostre comunità e un riferimento utile per i nuovi migranti italiani. Il CGIE, sia pure reso più sobrio nella sua composizione e nel suo funzionamento, va difeso nella sua funzione di rappresentanza generale, anche in vista di un suo eventuale concorso alla definizione di una presenza delle comunità nel nuovo Senato delle Autonomie. La presenza dei parlamentari estero nella Camera riformata, prevista nel progetto di legge del Governo, soddisfa certamente le esigenze di cittadinanza e di parità dei cittadini residenti all’estero. Per il nuovo Senato, come si è detto, sarà necessario trovare soluzioni di opportunità per non far cadere il dialogo tra le Regioni e le stesse comunità.
Abbiamo proposto, infine, un coordinamento internazionale tra gli eletti all’estero dei diversi Paesi allo scopo di consentire la condivisione delle esperienze, la conoscenza delle buone pratiche di governo verso le comunità all’estero e il rafforzamento dell’immagine dei rappresentanti dei cittadini all’estero presso l’opinione pubblica dei diversi Paesi.
Ci sembra doveroso ringraziare, infine, l’Assemblea Popolare Nazionale dell’Algeria che ha avuto la sensibilità e la lungimiranza di organizzare un evento così originale e utile.
On. Marco Fedi
On. Francesca La Marca
On. Marco Fedi
Camera dei Deputati
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