HOGART, REYNOLDS E TURNER

Si potranno ammirare fino al prossimo 20 luglio presso la Fondazione Roma – Museo Palazzo Sciarra, oltre cento capolavori, provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali come il British Museum, la Tate Britain Gallery, il Victoria and Albert Museum, la Royal Academy, la National Portrait Gallery, il Museum of London, la Galleria degli Uffizi e la raccolta americana dello Yale Centre for British Art. L’esposizione, curata da Carolina Brook e Valter Curzi, è orientata al contesto britannico, abbracciando il periodo che va dal XVIII secolo fino agli inizi del successivo, con una visione d’insieme tra sviluppo artistico e sociale che contraddistinse l’Inghilterra e Londra, fino a diventare “cuore pulsante e caotico di un vasto impero”. E’ da quest’affermazione così incisiva, che il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Emanuele ci invita a volgere lo sguardo di questa nazione verso il linguaggio artistico. La prima sezione si apre con artisti quali Scott, Marlow, Sandby, cui si uniscono le vedute del Canaletto, dove traspaiono immagini di una città in costante evoluzione. La seconda è dedicata al cambiamento dei costumi, dove si assiste all’assottigliarsi del confine tra aristocrazia e ceto medio con i cosiddetti nuovi ricchi che diventano una nuova classe di mecenati. Desiderosi di esibire il loro nuovo status, promuovono i pittori che ritraggono il loro modus vivendi qui immortalati da Hodges e Wright of Derby, quest’ultimo, insieme a Stubbs, già conosciuto per le scene di sport equestri. E’ nella terza sezione che troviamo scene di vita sociale e politica con Hogarth e le sue importanti incisioni, ma il teatro è un altro soggetto che con Fussli trova un significativo sviluppo. La prevalenza della religione protestante, che ebbe come corollario il rifiuto della pittura di soggetto religioso, avrà con il ritratto un particolare sviluppo, sottolineata anche dagli scritti di Jonathan Richardson che assegnarono alla ritrattistica il compito di trasmettere le virtù dei grandi. La quarta sezione illustra tutte queste tematiche, con opere di maestri come Gainsborough, Ramsey, Zoffany e Reynolds, di cui domina anche per le dimensioni, l’immagine di Lady Bampfylde (nella foto), scelta come emblema della mostra. Tra i dipinti si distingue il nome di un lucchese Pompeo Batoni, che come ritrattista godrà di fama internazionale. Insieme al ritratto sarà il paesaggio che nel periodo si svilupperà come soggetto pittorico e nella quinta sezione, dedicata alla tecnica dell’acquerello, nel Settecento troverà enorme diffusione, specie nelle varie tipologie atmosferiche, tra i quali si può ammirare Cozens. I dipinti a olio, realizzati in grandi dimensioni dominano la sesta sezione, con Richard Wilson e Wright of Derby, con il suo omaggio al paesaggio italiano, “la grotta del Golfo di Salerno”, ricca di contrasti di luce. La settima sezione conclude l’evoluzione del paesaggio con Constable e Turner, nomi di spicco della prima metà dell’Ottocento, dove il cammino verso la modernità si esplica grazie a un’instancabile sperimentazione, palesando un nuovo linguaggio figurativo, che permette di guardare all’Inghilterra come modello di pittura di paesaggio.

Hogarth, Reynolds e Turner. Pittura inglese verso la modernità.
Fondazione Roma – Museo Palazzo Sciarra (via Marco Minghetti, 22).
Orari: lun 14 – 20. Mart- gio e dom 10 – 20. Ven e sab 10 – 21
Informaz. e prenotaz. 0669205060 www.pitturaingleseroma.it www.fondazioneromamuseo.it
Catalogo Skira

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