Primo Maggio tra manifestazioni incrociate e scontri, il commento della Cinti

La responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna: “Ogni gruppo, anche attraverso il veicolo dei Sindacati uniti, si è fatto portavoce di un disagio che accomuna, nel loro complesso, tutte le fasce d'età, e ha a che fare certamente con il diritto al lavoro, ma ancor prima, ed in generale, con la richiesta di una condizione di vita dignitosa e gratificante che per mezzo di un piano attento e condiviso, maturato e realizzato con la collaborazione di tutti coloro che si fanno portavoce delle più importanti istanze di rinnovamento da porre in essere, riconosca e promuova i diritti essenziali che rendono una società pronta al cambiamento”

Bologna, 2 maggio 2014 – A Bologna le manifestazioni per il Primo Maggio sono iniziate con alcune contestazioni e momenti di tensione. Il comizio unitario di Cgil, Cisl e Uil è stato interrotto dall'irruzione di un centinaio di militanti dei centri sociali, i quali in questi giorni sono impegnati a far sentire la propria voce in zona universitaria riguardo alla situazione dei lavoratori Coopservice. Nella zona del crescentone son volati persino calci e spintoni, anche se progressivamente è tornata la calma, e si è dato il via ad una più accettabile discussione tra gli interessati. Gli striscioni con cui i contestatori si sono resi riconoscibili, accompagnati da bandiere bianche, recitavano: “I padroni di Bologna siete voi”, ma anche “mafiosi” e “venduti”. Accanto ai giovani dei centri e Sindacati, si sono uniti al corteo pure gli aderenti al Sindacato Usb, che hanno sfilato per il diritto alla casa e al lavoro, portando con sè striscioni sui quali è apparsa la scritta: “Via i complici della troika”. Alla presenza del Sindaco Virginio Merola, hanno fatto il loro intervento il neo segretario della Cgil Maurizio Lunghi e quello della Cisl Alessandro Alberani, che hanno affrontato il tema della crisi locale e di una nuova possibile Europa che supporti le politiche di sviluppo.
Luana Cinti, responsabile dell'Italia Dei Diritti per l'Emilia Romagna, si è così espressa in merito: “Si è trattato di un Primo Maggio che era facile e naturale immaginare ricco di interventi e stimoli diversi lanciati da più parti, caratterizzato da slogan, appelli accorati, discorsi dal palco o tra la gente, e anche da momenti ai limiti dello scontro vero e proprio. Il bisogno di ascolto, la necessità di rendere oltremodo visibile, anche con accenti più o meno radicali, una condizione particolare che di fatto si accompagna e diviene parte integrante di un moto di ribellione per una situazione lavorativa e di vita vissuta dalla maggioranza come precaria, hanno rappresentato il nucleo di tutta la giornata, tanto a Bologna quanto nelle altre città. Ogni gruppo, anche attraverso il veicolo dei Sindacati uniti, si è fatto portavoce di un disagio che accomuna, nel loro complesso, tutte le fasce d'età, e ha a che fare certamente con il diritto al lavoro, ma ancor prima, ed in generale, con la richiesta di una condizione di vita dignitosa e gratificante che per mezzo di un piano attento e condiviso, maturato e realizzato con la collaborazione di tutti coloro che si fanno portavoce delle più importanti istanze di rinnovamento da porre in essere, riconosca e promuova i diritti essenziali che rendono una società pronta al cambiamento. Una società che aiuta i suoi cittadini a ritornare protagonisti del proprio futuro, che affidi nuovamente loro il compito di impiegare positivamente ed implementare, competenze, abilità e interessi culturali, all'interno di un contesto che non si isola o implode gradualmente rispetto a quello di respiro e confronto europeo, ma si adopera nel suggerire nuovi strumenti di dialogo costruttivo e nell'adottare strategie di crescita reale. Casa, scuola, formazione certa, a tutti i livelli e lavoro, possono essere considerati il centro di tutti i dibattiti del Primo Maggio, con la domanda di un impegno che restituisca responsabilità di intervento e rimetta in moto un meccanismo inceppato, offrendo stimoli utili, a partire dalle singole dalle realtà locali per poi estendersi all'ambito nazionale, dunque favorendo una diversa percezione interna ed esterna del nostro Paese. Giovani e meno giovani hanno portato il proprio contributo e tante domande in questa importante giornata, con la speranza che il proprio futuro ricominci ad avere un volto, un nome, e poggi finalmente su basi più solide rispetto a quelle su cui si è camminato sin qui. Non più ancora a lungo insicurezza, mancanza di consapevolezza e di minime garanzie riguardo all'avvenire prossimo, ma un cambio di rotta supportato dalla volontà tenace e dalla presenza di lucidi obiettivi da parte di chi è stato chiamato a dare risposte”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
http:/www.italiadeidiritti.it

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