CARA STAMPA, CHE SIA IL CASO DI PROVARE UNA “DECENTE” VERGOGNA ?

A quasi 80 anni mi par di aver qualche elemento, riveniente sia da una certa maturità che dalla oggettiva constatazione, che oggi i giornali lasciano molto a desiderare e, per il loro contenuto e per la gestione. Fatta salva qualche rara eccezione non sottacendo che ci sarebbe da dire anche su questa.

Vorrei giustificarmi con un solo fatto: quello politicamente più attuale oltre che scandalosamente immorale che riguarda il noto condannato di Arcore.

Ma vi par mai possibile che i mass media parlino ancora di lui, della sua cagnetta, della sua “innamorata fidanzatina”, delle sue “imposizioni” alla giustizia come se fosse lui a dettare legge quando, a mio avviso, egli non avrebbe neanche titolo per nominare l’Italia ed il Padreterno, dopo i suoi pregressi non certo invidiabili ?

Ed invece no, ogni giorno si parla di lui, adesso addirittura in funzione di un imminente “teatro” il cui palcoscenico sarà una casa di riposo dove dovremmo assistere, corredando lo scenario con barzellette che hanno fatto piangere sia in Italia ed all’estero, alle sue performances dalle sfaccettature riconducibili spesso ad una sorta di romanzo come il “Gobetto di Notre-Dame”?

Immagino già, fra qualche giorno, migliaia e migliaia di operatori dell’informazione, che seguono le mosse del predetto condannato, con forti teleobiettivi, allo scopo di poter raccontare come egli mette una mano amorevole sopra una spalla del lungodegente e che tipo di barzelletta egli ha raccontato per far morire prima i vecchietti ospitati nella casa di riposo.

Ma dove siamo arrivati ? Confondiamo la libertà di stampa con la schizofrenia farneticante che, oltretutto, ha ridotto i giornalisti alla stessa stregua dei politici quando a prestigio ?

Non sarà che, da inizio condanna (se si sarà) gli Italiani dovranno continuar a legge del solito “bidoniere” che ha preso per i fondelli il Presidente della Repubblica, i Capi di Stato esteri, il Parlamento europeo, l’Euro, le persone oneste e per bene, i Magistrati, i giovani tutti e l’intera Italia ?

Cari giornalisti, parlate del pane che manca agli Italiani. O forse, parlando del pane, si fa retorica strumentale ?

Credo che dobbiamo un po’ tutti vergognarci !

ARNALDO DE PORTI

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