Tempo fa si rifletteva sulle dimissioni di Manuel Santoro dal Consiglio nazionale del PSI e quando si è appreso la importanza della decisione si è creato un senso di disagio che Santoro ha subito fugato inducendoci ad immaginare una sinistra dove potessero convergere tutti quelli che si sono ritrovati a riflettere sulle sorti di un Partito creatosi con i collanti della gloria e fatto evaporare nel tentato disconoscimento dei propri concetti peculiari, e ci ha indotto ad immaginare una Sinistra piena di compagni umili ma fieri ed orgogliosi di esserlo, una Sinistra consapevole di essere storia nella storia e protagonista dei suoi eventi ed avvenimenti più significativi ed importanti.
Ad un partito che non si vergogna di presentarsi alla consultazione elettorale in maniera singolare ma responsabile e di raccogliere un iniziale modesto risultato ma intimamente soddisfatti per ciò che si è riusciti a fare per i giovani, per i lavoratori, per il recupero della dignità, che questa società ha immolato sull’altare del protagonismo, dell’arrivismo, dell’apparire pur non essendo, della falsità insomma.
E’ necessario sopportare grandi sacrifici per ricostituire una sinistra che da sempre è stata un punto di riferimento per molti ed una ancora di salvezza per milioni di altri, e per rappresentare nuovamente l’alternativa alla indecorosa rappresentazione a cui i politici, di qualsiasi estrazione culturale, da venti anni a questa parte, ci hanno costretto ad assistere!
Vedete, ieri si lottava perché la situazione generale presentava delle richieste specifiche di risoluzione e, fedeli alla logica di partito e al rispetto della linea di procedura assunta, si è compiuto il dovere, solo che, a differenza di altri che occupavano ruoli diversi dal nostro e che avevano tratto dei vantaggi che noi non avevamo intimamente previsto, siamo rimasti in quell’area nostalgicamente creata e voluta da chi si era accinto a dare un tragitto al pensiero socialista al punto da perseguire obiettivi e scopi al di fuori dell’ipotetico immaginario collettivo dei tesserati.
Craxi, da politico accorto qual era, non trovando spazio in quella sinistra intasata dal PCI ed, oltre i suoi margini, dall’estremismo rivoluzionario, ha posto il PSI nell’unico spazio possibile rischiando, come poi e’ avvenuto, la collocazione in una area incompatibile, nel tempo, ai dettami e valenze originarie della nostra natura politica, rimanendone travolto.
Oggi avvertiamo pressante l’esigenza della ricostituzione di una sinistra, unica forma possibile e di contrasto all’attuale situazione economica, finanziaria e sociale, evidente espressione di un Socialismo riformatore, propositivo ed a sostegno della classe, non piu’ lavorativa, ma succube e vittima del capitalismo odierno, per il quale, quello di un secolo addietro, al confronto puo’ rappresentare solo una fase del Monopoli, poiche’ quello attuale e’ totalmente diverso, piu’ cinico, piu’ determinato, piu’ spietato, molto ma molto piu’ aggressivo e contrastabile solo e solamente da una sinistra colta, organizzata ma umilmente volitiva.
E molto umilmente, ma altrettanto fermamente ci siamo stretti all’unisono intorno a Santoro per realizzare l’unica forma politica dalla chiara identita’ e professione ideologica, un Socialismo scevro di pesanti eredita’ concettuali e nostalgiche e proiettato alla collocazione nello spazio decisionale delle sorti della operativita’ del nostro Paese, senza mire recondite od obiettivi mistificati ma con un preciso e vitale compito. La formazione di un movimento di proposizione e composizione giovanile che possa procrastinare nel tempo il significato politico di questo storico cambiamento.
Massimo Peruzzi
Convergenza Socialista di Tivoli
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