SULLA GIUSTIZIA SI DELINEA UN NUOVO CLAMOROSO ERRORE

Nel 2006 l'indulto senza l'amnistia. Oggi si “cambia verso”, ma le nuove norme in arrivo, senza atti di clemenza, non riusciranno a risolvere i problemi che affliggono il nostro sistema penale.

Napoli, 18 aprile 2014,

Principi fondamentali per un Paese civile sono un giusto e celere processo unitamente a una pena certa, scontata secondo Legge. Mai si dovrebbe ricorrere ad amnistie e indulti, che rappresentano la resa di uno Stato incapace di assicurare Giustizia.

In Italia, il settore penale è allo sfascio.
I processi si caratterizzano, da tempo, per la loro lentezza. Il risultato è la prescrizione di moltissimi reati ovvero una sentenza che arriva sempre in ritardo, dopo anni dalla condotta da giudicare.
Le nostre carceri soffrono di un cronico sovraffollamento e sono diventate le peggiori di Europa. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha concesso un termine che scadrà tra poco più di un mese – il 28 maggio 2014 – affinché si giunga ad una soluzione del problema, con migliaia di detenuti a vivere in meno di 3 metri quadri all’interno della loro cella. L’Inghilterra ha recentemente negato due richieste di estradizione, perché non era garantita una dignitosa detenzione.

Nel luglio 2006 fu concesso l’indulto per i reati commessi fino a tutto il 2 maggio 2006, nella misura non superiore a tre anni. Caratteristica di quel provvedimento fu la mancanza, come invece era avvenuto in altre occasioni, di un’ amnistia che avrebbe “alleggerito” il carico enorme dei processi da celebrare. Fu un errore. Non l’unico, in quanto non si predisposero misure e riforme adeguate per evitare di ritornare in poco tempo nella medesima insostenibile situazione.

L’attuale maggioranza parlamentare ha annunciato una serie di novità sulla Giustizia che potrebbero davvero modificare il settore penale, consentendo finalmente la tutela dei diritti delle persone offese e degli imputati. La depenalizzazione di alcuni reati, che non hanno rilevanza penale; la messa alla prova, già sperimentata con successo nel processo minorile; la riforma della custodia cautelare, un maggiore ricorso alle pene alternative, l’individuazione di pene diverse dal carcere, sono tutti provvedimenti necessari, attesi da tempo.

Si corre però il rischio di essere ancora una volta in errore. Di ripetere, all’inverso, gli sbagli del passato. Il malato è grave, gravissimo. Necessita di una massiccia cura di antibiotici, per ritornare alla normalità e iniziare una nuova vita secondo canoni equi e diversi.
Le riforme, senza l’odiosa amnistia e l’iniquo indulto, non avranno la possibilità di decollare, perché saranno inserite in un sistema moribondo che non potrà recepirle.

“Cambiamo verso”, lo slogan che piace tanto al nostro Presidente del Consiglio sarebbe davvero rispettato, altrimenti l’ambizioso progetto di cambiamento non avrà spazio vitale per diventare operativo..

Avv. Riccardo Polidoro – Presidente “Il Carcere Possibile Onlus”

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