Recupero varietà  frutticole di antica coltivazione

Castellaneta. Nella cornice del centro storico del salone di rappresentanza del palazzo Baronale di Castellaneta, si è svolto un incontro in cui si è parlato dell’identificazione ed il recupero di varietà locali rare di fruttiferi di antica coltivazione.

Nel corso dell’incontro è stato chiesto ai presenti di trovare documenti, foto, testimonianze degli anziani, utili a ricostruire la presenza sul territorio di vecchie varietà frutticole, olivicole e viticole.

La biodiversità è una delle più importanti risorse del pianeta e parte essenziale è rappresentata dalla agro-biodiversità. La sicurezza alimentare e l’autosufficienza dipendono dalla disponibilità di diversità genetica delle colture, tuttavia, negli ultimi decenni, la richiesta di una crescente produzione di cibo e l’indubbio successo produttivo di alcune colture, hanno comportato la sostituzione delle varietà locali con un ristretto numero di ibridi e cultivar ad alta resa, con conseguente erosione dell’agro biodiversità, il cui declino ha reso il sistema di produzione alimentare estremamente vulnerabile. La tutela, la gestione e la valorizzazione della diversità genetica delle specie coltivate sono divenute, pertanto, questioni di primaria importanza; tra le specie caratterizzate da una spiccata biodiversità, l’olivo, la vite e molti fruttiferi.

L’intera variabilità genetica della specie si è conservata pressoché intatta fino ad oggi grazie alla particolare longevità delle piante, all’adattamento alle diverse condizioni micro-ambientali e climatiche degli areali di coltivazione e alla mancata sostituzione delle varietà tradizionali con nuovi genotipi migliorati. Tale germoplasma è un’importante fonte di variabilità per la conservazione ed il miglioramento genetico della specie. Tuttavia, l’elevato numero di cultivar, i numerosi casi di omonimia e l’esistenza di gruppi di specie aventi caratteristiche simili, hanno reso difficile il lavoro di classificazione ed identificazione. Pertanto, al fine di salvaguardare, gestire e valorizzare la biodiversità del patrimonio olivicolo e viticolo e frutticolo pugliese, è necessario effettuare studi e analisi di carattere genetico, pomologico, sanitario, tecnologico, storico e socio economico con l’obiettivo generale di produrre conoscenze basate su evidenze sperimentali e oggettive e, più specificatamente individuare, caratterizzare, raccogliere, catalogare e conservare materiale vegetale a rischio di estinzione.

Anche l’agricoltura, dunque, può e deve soddisfare le necessità umane in modo sostenibile, mantenendo integre le risorse naturali ed evitando la degradazione dell’ambiente, per non compromettere lo sviluppo delle generazioni future. All’iniziativa, organizzata dalla Cia, patrocinata dal Comune di Castellaneta e dalla Pro Loco, sono intervenuti Francesco Passeri (presidente provinciale della Cia di Taranto), Gianrocco De Marinis (assessore all’agricoltura del Comune di Castellaneta), il prof. Vito Savino, (direttore del Crsfa “Basile Caramia” e responsabile scientifico progetto “Recupero del Germoplasma Frutticolo Pugliese”) e il dott. Pasquale Venerito (Crsfa “Basile Caramia” e responsabile del Settore Conservazione del Germoplasma).

L’iniziativa è stata presentata da Vito Rubino (direttore della Cia di Taranto) ed è stata organizzata dalla Cia Confederazione Italiana Agricoltori Puglia e da Agricoltura è vita srl, insieme con l’assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, il Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Sinagrisrl Spin Off dell’Università degli Studi di Bari, Coldiretti, Impresa verde srl, Confcooperative, ed è partner di tre progetti integrati per la biodiversità, denominati Re.Ge.Fru.P., Re.Ger.O.P. e Re.Ge.Vi.P., che riguardano la salvaguardia in Puglia di varietà coltivate a rischio di estinzione, in particolare di fruttiferi, olivo e vite.

In sala, oltre a numerosi agricoltori, era presente una delegazione del IISS “Q. Orazio Flacco” di Castellaneta guidata dal prof. Domenico Farina.

Franco Gigante

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