CLAMORE PER NULLA

Il Governo Renzi è necessario. Meglio, a nostro avviso, portare avanti la Legislatura, con l’attuale Esecutivo, almeno sino all’anno prossimo e, nel frattempo, varare una seria legge elettorale che sappia meno di nazionale e più d’europeo. Comprendiamo che tra le parole e le promesse mancano i fatti e quelli che ci sono non soddisfano tutti. Ma condividere la linea Renzi, ora, è concepibile. Insomma, a meno di nove mesi dal 2015 non sarebbe opportuno lasciare un “vuoto” normativo che non gioverebbe a nessuno. Tanto meno agli aspiranti alla guida futura del Paese. L’ottimismo a buon mercato non potrebbe trovare molti seguaci. Tanto per chiarire: non è neanche sicuro che Renzi mantenga le condizioni per reggere la guida del Paese sino al 2018. Del resto, rinnegare il passato non ci sembra neppure una strategia da seguire. Tant’è vero che le esternazioni, a “botta calda”, di tutti i Partiti non hanno manifestato un particolare diniego per l’uomo del PD alla guida del Paese. Stare ad osservare sembra meglio che assumere posizioni delle quali, poi, ci si potrebbe pentire. I tempi per la “svolta” sono maturati tra tanti problemi di sopravvivenza per gli italiani. Da come si sono evoluti i fatti politico/economici in quest’anno, serve la garanzia di una linearità politica. Così, per evitare guai maggiori, sembra opportuno lasciare decantare i mesi che ci separano dal prossimo anno con l’intento di continuare quella linea che la Squadra di Governo ha fatto sua. E’ arrivato il tempo per riconoscere i propri “errori” senza scaricarli sugli “altri”. Del resto, è la politica italiana, nel suo complesso, ad essere collassata. Non esiste un partito né migliore, né peggiore. C’è solo l’incertezza per un futuro che sarà meno “elastico” del trascorso. Il recente passato avrebbe dovuto insegnarci che le “alleanze” sono sempre a termine. Indipendentemente dalla volontà dei contraenti. Anche i nuovi entrati l’hanno da imparare per evitare, almeno loro, di comportarsi come quelli della Generazione che intendono distanziare. Prima di Renzi, le responsabilità di Maggioranza e Opposizione ci sono state. Ora la situazione è ancor più complessa dato che le posizioni in antitesi sono divise solo da una sottile linea di confine. Il “bipolarismo”, che non abbiamo mai visto di buon occhio, appare superato dagli eventi. C’è, di conseguenza, da dubitare su certi equilibri elettorali che non possono più essere il pane “quotidiano” del Popolo italiano. Se non è più possibile prevedere quali saranno i futuri equilibri elettorali, nell’attesa di una nuova normativa che li regoli, resta il banco di prova per le imminenti Consultazioni Europee. Tanto clamore per nulla non cambierà quest’oggettiva concretezza. Dopo le riforme, e non solo della Legge Elettorale, avremo più bisogno di fatti che di parole. Intanto, vedremo se il voto UE porterà più Europa nella Penisola. L’Italia “stellata” lo merita.

Giorgio Brignola

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