EMIGRAZIONE INFORMATA

Quando, nel gennaio del 1959, avevamo iniziato il nostro volontariato sul fronte dell’informazione al servizio dei Connazionali all’estero, pensavamo di trovare un folto numero di “colleghi”; soprattutto nei Paesi del Vecchio Continente. Tra l’altro, era nostra intenzione proporre un modo differente d’affrontare le problematiche degli italiani d’oltre frontiera. In quel progetto c’era tutto un mondo. In pratica il rifiuto degli schemi tradizionali, formulati nel passato, che andavano ancora ad inquadrare in modo improprio gli italiani nel mondo. Giovani e con specifici ideali, c’eravamo mossi con criteri nuovi e, soprattutto, liberi da ogni impaccio formale. Ora, dopo oltre 55 anni d’impegno, siamo ancora qui. E’ passato oltre mezzo secolo dai nostri primi articoli, ma la nostra Emigrazione, anche se di Quarta Generazione, ha mantenuto certe caratteristiche già in essere agli inizi degli anni’60. Soprattutto in Europa, dove la nostra Emigrazione ha avuto picchi sensibili dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ancora oggi l’informazione, anche se sempre meno cartacea, non è ancora all’altezza delle attese degli utenti ai quali è diretta. Chi vive all’estero avrebbe bisogno, perché ancora manca, di una stampa più specifica e meno generica. I fatti che interessano la Patria già trovano ampio spazio televisivo ( satellitare), i giornali italiani sono presenti in tutto il mondo e chi usa Internet è anche aggiornato in tempo reale; invece, l’informazione specifica che i Connazionali all’estero cercano non è presente che in minima parte. Del resto, i fondi per la stampa italiani d’oltre frontiera sono, in pratica, “azzerati” e col volontariato non si fa molta strada. Non a caso, sono sempre più numerose le testate edite all’estero che sono costrette a terminare definitivamente la pubblicazione. Quelle poche che ancora sopravvivono non riescono a coprire tutte le esigenze ed i dubbi dei potenziali lettori. Oggi si è tentato d’ovviare col “Web”. Ma non tutti sanno usare il computer. Sono soprattutto gli italiani di Prima e Seconda Generazione ad avere delle difficoltà. Dopo una vita di lavoro, non c’è rimasto molto tempo per apprendere i rudimenti dell’informatica. Il giornale cartaceo, nonostante i costi, è sempre la soluzione migliore. Magari meno copie supportate, poi, da un’edizione telematica. Con un colpo al cerchio ed uno alla botte si potrebbe ovviare alle mancanze che abbiamo segnalato. Adesso ci chiediamo, e chiediamo a chi ci segue, se esiste ancora la volontà d’offrire un’informazione scevra da vincoli politici e valida per tutti. Per nostra diretta esperienza, riteniamo che sia così solo in parte. La stampa italiana all’estero, almeno quella che abbiamo avuto l’opportunità d’ esaminare, presenta limiti che il tempo non ha sanato. Il volontariato, magari anche specialistico, resta l’unica fonte per attingere notizie di reale interesse. A nostro avviso, la realtà dei Connazionali all’estero resta delegata all’impegno dei singoli ed alla buona volontà di pochi. Eppure sono passati più di cinquant’anni da quel 1959. Tant’è che ci domandiamo se anche il nostro impegno non sia destinato al “dimenticatoio” di una stampa che non ha trovato i mezzi per essere valorizzata. Eppure li abbiamo cercati. O, se li abbiamo cercati.

Giorgio Brignola

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