E’ SCOMPARSO A ROMA IL PITTORE CONSTANTIN UDROIU

L’eclettico artista era un grande amico dell’Aquila, alla città aveva donato molte sue opere

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – E’ deceduto ieri a Roma all’ospedale San Filippo Neri, dove era ricoverato per un infarto, l’artista Constantin Udroiu. Era nato a Bucarest nel 1930, era venuto in Italia nel 1971, dove qualche anno dopo aveva sposato Luisa Valmarin, docente di filologia romanza all’Università di Roma “La Sapienza”. Il pittore, uomo di grande cultura e spiccata sensibilità, era un grande amico dell’Aquila, città che nel 1985 non a caso aveva scelto per tenervi la sua 99^ mostra personale, al Forte Spagnolo. Diverse sue opere furono dal grande artista donate in quella occasione alla Soprintendenza per i Beni Culturali d’Abruzzo, alla Municipalità la grande icona “Madonna dell’Amore” che fino al 6 aprile 2009 era esposta nella Sala della Giunta a Palazzo Margherita, infine i due grandi affreschi realizzati da Constantin Udroiu a Paganica, nel Centro Civico – dove tenne una memorabile mostra nel 1989 – e nella Scuola Elementare. Numerose le opere presenti nelle collezioni private aquilane.

Intellettuale di spicco della Romania, insegnava all’Università di Bucarest quando, nel 1954, venne arrestato dal regime comunista per dissidenza politica e condannato. Constantin Udroiu era un testimone vivente dei princìpi di libertà e di democrazia, affermati e pagati a caro prezzo con una condanna a 22 anni di prigione, sofferti con un decennio di dura carcerazione, fino al 1964, quando venne rilasciato a seguito del nuovo clima politico nei Paesi d’oltre cortina, con la destalinizzazione e le aperture del regime dopo il XX Congresso del PCUS. Giunto in Italia per la sua prima mostra all’estero, nel 1971 a Sassari, che il Presidente della Camera Sandro Pertini inaugurò, è rimasto a vivere nel nostro Paese girando in lungo e largo le vie dell’arte bizantina, specie nel nostro Meridione. Intensa la sua frequentazione dell’Europa – Svizzera, Francia, Spagna, Grecia, Olanda, Portogallo – dove ha portato con grande successo la sua produzione artistica ma anche la competenza accademica, partecipando a seminari e convegni promossi da prestigiosi atenei con proprie comunicazioni. Le sue opere sono esposte nei musei di molte città in Romania, Francia, Portogallo e Italia, e in numerose collezioni pubbliche e private in diversi Paesi del mondo. La Romania democratica lo ha risarcito con una rilevante considerazione artistica e personale, con la presenza dell’Ambasciatore in tutte le mostre che ha tenuto in Italia, e significativamente nell’esposizione speciale allestita nel febbraio 2010 all’Accademia di Romania, a Roma, per celebrare gli 80 anni dell’artista.

“Il percorso pittorico di Constantin Udroiu – ha scritto Dante Maffia – è estremamente complesso e si muove a un tempo su piani diversi, non trascurando di soffermarsi su quegli aspetti delle arti figurative che la gran parte dei pittori ha messo in disparte per ragioni che vanno dall’incompetenza fino all’ignoranza. I pittori oggi hanno fretta d’arrivare, curano soprattutto le pubbliche relazioni. Non è il caso di Constantin Udroiu che invece ha pensato esclusivamente al lavoro, alla qualità di un lavoro enorme che l’ha visto onnivoro in direzione della grafica (disegno, incisione, acquaforte, xilografia, litografia, acquatinta), della pittura (su tela, vetro e tavola) e dell’affresco. Egli viene dalla rigida scuola rumena degli studiosi di icone. I suoi studi l’hanno impegnato su testi di storia, di patristica, d’arte bizantina. Ed è per questo che ancor oggi è capace di produrre raffinate e perfette icone nella stretta osservanza di quelle antiche regole stabilite a Bisanzio. Il passo verso l’affresco è stato naturale ed oggi possiamo ammirare opere di Udroiu in chiese e conventi di tutta Europa: immense scene del vecchio e nuovo Testamento in un’interpretazione vibrante che ha il sapore umano dei tempi moderni. Il sacro di Udroiu è intinto fortemente di una terrestrità che è poi la nota alta delle sue realizzazioni. In altri termini sacro e profano in lui non sono nettamente divisi, ma trovano sempre una loro perfetta convivenza e si risolvono in un rapporto senza contrasti. Semmai – aggiunge Maffia – si integrano e si illuminano a vicenda. A compiere questa simbiosi è la natura essenzialmente religiosa di Constantin che non sa prescindere d’adornare di sacralità anche il nudo femminile, la natura morta o il paesaggio. Con il passare degli anni l’Artista ha sprigionato un cromatismo che si lega ad una luce compatta, senza dispersioni. I colori hanno ritrovato la loro primigenia faccia, irrobustiti da una libertà festosa e voluttuosa. E’ memoria impressionistica sposata al fauve, con qualcosa di magico e fiabesco. Si può dire – conclude Maffia – che Costantin è un cavallo brado della pittura che sa però trovare la sua misura nel fuoco ardente della creazione e nella poesia rigorosa della sua anima. Quel che maggiormente sorregge la sua arte e la rende una preziosa miniera è l’umanità alta e profonda di questo figlio della latinità che ha saputo coniugare sempre una grande tenerezza con un’impeccabile tecnica”.

Membro del Senato accademico dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna, Constantin Udroiu da Roma era andato a vivere da qualche anno in Sabina, a Passo Corese, dove aveva aperto in collaborazione con il Comune la Scuola Nikopeia, un centro di formazione senza scopi di lucro dove l’artista fino a qualche giorno fa ha insegnato, gratuitamente, le tecniche pittoriche ad una sessantina di allievi. Lo vogliamo ricordare così, l’amico Constantin Udroiu, con le sue spiccate doti di comunicatività, intellettuale di vaglia senza “puzze sotto il naso” che privilegiava le relazioni umane, generoso e attento ai valori importanti della vita, che riteneva la cultura e l’arte non un patrimonio per pochi eletti ma un’opportunità davvero per tutti. Ha speso l’intera sua vita per avvicinare le persone al mondo dell’arte. Credo sia anche giusto ricordarlo per questo suo amore appassionato per L’Aquila, una città per Lui familiare anche negli affetti stabiliti con molti aquilani e con alcuni sindaci, quali Tullio de Rubeis, Enzo Lombardi e Antonio Centi.

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