“Ma che vita la mia” di Roby Facchinetti esce martedì 18 marzo
Milano. “Sto vivendo giorni in fibrillazione e sono contento per questa pausa da solista che offre sicuramente dei vantaggi, senza chiedere nulla agli altri, anche se sento la responsabilità di tutto; non è una passeggiata ed è un bell’impegno nel mettermi in discussione poiché le sfide mi sono sempre piaciute e questa è una sfida speciale, con Valerio su cui ci lavoravamo da un anno, ho cantato i suoi testi rispettando fino all’ultima virgola quello che aveva scritto”.
Roby Facchinetti dei Pooh parla del suo nuovo lavoro solista “Ma che vita la mia” in uscita il 18 marzo scritto con Valerio Negrini che si è spento il 3 gennaio 2013.
Cosa ha spinto Roby Facchinetti a tornare solista dopo 20 anni.
“La voglia di raccontarmi più in profondità – ha risposto – Il lavoro di gruppo porta a pensare sempre in funzione del gruppo, con altre persone, altre sensibilità, scrivendo e cantando per i Pooh per l’impasto vocale armonicamente pensato in un certo modo. Il lavoro da solista é per te, pensi a te: ho cercato di mettere tutte le mie esperienze musicali”.
Il lavoro con Valerio Negrini era cominciato nel 2012.
“Volevamo regalarci due anni sabbatici dopo l’ultimo lavoro con i Pooh in vista poi del cinquantennale – ha ammesso – Per questo periodo libero avevo pensato di realizzare un lavoro con lui e l’ultimo testo me lo aveva dato pochi giorni prima di andarsene, il 24 dicembre: “Gocce nel mare” aveva un’enorme importanza per lui che voleva si riconoscesse a me a lui la capacità di scrivere, e aver scritto, in modo cantautorale”.
“Poeta” è il brano strumentale che chiude il disco, dedicato a Valerio Negrini.
“Mi sembrava giusto musicalmente ricordarlo con un brano strumentale in cui ho cercato la partitura iniziale enorme perché lui era molto forte e altrettanto fragile – ha sottolineato – Era sicuramente una persona non facile e non si riconosceva in questo mondo, per niente; mi mancano le grandi discussioni, la sua generosità, il suo sapere e la sua grande conoscenza su tutto. Il nostro rapporto non era solo professionale ma soprattutto umano”.
L’album contiene dieci brani, otto cantati e due strumentali.
“Sono pezzi totalmente diversi uno dall’altro – ha confessato – Mi riconosco molto nell’iniziale “Il volo di Haziel” che è il mio angelo custode, un cherubino il cui nome significa ‘Dio misericordioso’. Ho molto da raccontare del mio passato e soprattutto del mio futuro. In “È per me” c’è la riconoscenza della propria donna che non succede mai o quasi. Valerio ha lasciato molte poesie che pian piano mi metterò a leggere, perché anche in “Piccola Katy” e nato prima il testo e poi la musica”.
Questo disco è molto suonato.
“Ci sono molte tastiere: é il trionfo dei mini moog – ha rivelato – Ho recuperato suoni elettronici da riprodurre fedelmente un’orchestra intera perché oggi la tecnologia arriva quasi alla perfezione con i suoni campionati. Mi rappresenta molto in questo momento anche se faccio musica una vita: ho cominciato a 6 anni”.
Roby Facchinetti incontrerà i fan in un instore tour per presentare l’album a Torino, Verona, Roma, Milano e a maggio tornerà dal vivo con l’anteprima del tour a Bergamo, Roma, Brescia e Milano.
“Oltre a me ci saranno sul palco altri due tastieristi per riprodurre al meglio questo disco, due coriste, un chitarrista, un batterista e un bassista per un impatto vocale come voglio io – ha anticipato – Il tour vero e proprio inizierà più in là”.
Roby si è poi soffermato sui conflitti politici nel mondo e in particolare sull’Ucraina.
“Sono per me incomprensibili – ha concluso – Ci sono conflitti economici, ci sono guerre in giro che non interessano nessuno perche non ci sono giacimenti o ricchezze da sfruttare. La storia non la fa mai chi la vive, ma chi la scrive”.
Franco Gigante
