Una società israeliana sostiene che le case automobilistiche stiano tenendo d'occhio i loro modelli tramite le schede SIM
Da tempo lo “Sportello dei Diritti”, denuncia come la nostra privacy sia sotto attacco in una miriade di forme, raccogliendo le segnalazioni e le denunce che arrivano da ogni parte del mondo e che dimostrano come questa lesione di un diritto fondamentale della persona sia ormai un fatto globale.
E se pensavamo che almeno in auto potevamo stare tranquilli ora, per quanto evidenziato sul giornale Israele Hayom, ciò sarebbe ormai un miraggio.
Una società israeliana che si occupa di tecnologia delle telecomunicazioni ed in particolare di cellulari, sostiene che alcune case automobilistiche starebbero tenendo costantemente sotto osservazione ciò che sta succedendo sotto il cofano, mentre i veicoli sono guidati.
Installando una normale scheda SIM da cellulare nel veicolo, i produttori rileverebbero alcuni dati che riguarderebbero i propri modelli come il consumo, il chilometraggio, lo stato del motore ed ogni altra informazione utile che è possibile monitorare sulle vetture.
E questo processo andrebbe avanti dal 2010, sostengono i funzionari di una società con sede a Ra'anana che ha fatto più di 200 servizi per aziende in circa 130 paesi.
Al momento, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non esiste alcuna informazione da parte delle case automobilistiche sul se e sul come stiano monitorando i veicoli commercializzati, o quanti di essi siano sotto sorveglianza.
Ma gli addetti del settore azzardano a dire che per il 2025 tutte le nuove auto saranno nel sistema.