EMANCIPAZIONE DELLE DONNE OGNI GIORNO E’ QUELLO GIUSTO

La Festa dell’otto marzo è stata un’occasione per fare con sincerità e convinzione gli auguri a tutte le donne, in particolare a quelle che vivono nel mondo dell’emigrazione, che è anche il mio ambiente di nascita e di vita.

Il mio saluto alle donne nasce dalla profonda consapevolezza di quanto impegno e sforzi ogni donna debba affrontare per poter conquistare il suo spazio e il suo ruolo in famiglia, nel cerchio delle conoscenze, sul lavoro e nella società civile. La donna, infatti, è sempre soggetta a un dovere in più, è sempre impegnata a guadagnarsi uno spazio che in partenza non le è dato, come invece per gli uomini, è sempre in tensione per rincorrere un riconoscimento e una condizione di autonomia che sono quasi sempre il frutto della loro determinazione e della loro fatica.

Il mio saluto, in secondo luogo, viene dalla mia stessa dimensione di vita, che è quella di essere figlia di emigrati. So dal vivo della mia esperienza quanto importante sia il ruolo che la donna in emigrazione ha avuto. Su un duplice piano. Quello del mantenimento delle tradizioni d’origine e dei legami familiari, a iniziare dal cibo e dalla religione. Sono convinta che se l’Italia ha potuto proporre e affermare nel mondo un suo stile di vita, molto lo si debba a questa quotidianità gestita dalle donne, fatta di affetti, sapori, profumi, cordialità, moralità. Un secondo aspetto, non meno importante, è quello ancora dell’apertura e dell’integrazione nelle realtà d’insediamento. La donna è stata anche colei che ha iscritto e accompagnato i figli a scuola perché imparassero la lingua del posto, che ha spinto i ragazzi a socializzare con gli altri, che ha creato le condizioni di ospitalità quando un figlio ha sposato uno straniero, che si è caricata dell’onere del lavoro esterno per pagare il mutuo di casa e per accrescere il benessere di tutti, che ha intrapreso un cammino cadenzato per svolgere ruoli sociali sempre più elevati, che ha ascoltato e tradotto in fatti, insomma, quella voce profonda di emancipazione che ella ha portato dai luoghi di origine.

Il mio saluto alle donne, infine, da parlamentare italiana. Ho da pochi giorni potuto votare la fiducia al Governo Renzi per la prima volta composto per metà da donne. Ma il cammino è ancora lungo: per le donne il lavoro manca, è mal pagato, i diritti non sono riconosciuti, i tempi di lavoro di fatto sono incompatibili con quelli di vita e di cura. E non è il peggio, perché il peggio per troppe donne è fatto ancora di violenza, sia della violenza che arriva sui giornali, spesso in forma di femminicidio, che della violenza inconfessata che passa per piccoli e grandi episodi della vita quotidiana. In Europa ogni giorno sette donne muoiono per mano dei loro partner. In Parlamento abbiamo fatto una buona cosa ratificando la convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e approvando il decreto del Governo per un piano di soccorso immediato alle vittime di tali episodi. Molto ancora, comunque, c’è da fare, in particolare per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, per incrementare l’imprenditoria femminile, per il riconoscimento del lavoro di cura dei familiari, per la prevenzione degli infortuni domestici, per la promozione della medicina di genere, e altro ancora. Per quanto riguarda le donne in emigrazione, continua a gridare vendetta il mancato riconoscimento in via amministrativa della possibilità di trasmettere la cittadinanza italiana ai propri discendenti quando l’hanno perduta per matrimonio con uno straniero. La prima legge che ho presentato è stata su questo e non mi darò pace finché non venga a cessare questa intollerabile discriminazione di genere.

L’emancipazione è, comunque, anche potere. In queste ore, noi donne parlamentari stiamo lottando perché la nuova legge elettorale recepisca il principio della parità di genere nella nuova legge elettorale. Anche in questo modo si onorano le donne, non solo nella ricorrenza della loro festa ma nella realtà di ogni giorno.

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Deputata Francesca La Marca
Circoscrizione Estero – Ripartizione America Centrale e Settentrionale
Via Poli 13 – 00187 Roma
lamarca_f@camera.it

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