Potere alle donne. Perché la Chiesa non dà  il buon esempio?

Leggo su La Repubblica del 7 marzo: “Mai così tante al governo, la grande occasione. In un rapporto di Openpolis, i numeri di un ritardo storico, anche a confronto con gli altri Paesi. L'80% degli incarichi rimane agli uomini. Con due tabù: Quirinale e Palazzo Chigi”. C’è un altro tabù però del quale non si osa parlare, soprattutto in questo periodo in cui nessuno vuole dispiacere alla Chiesa e soprattutto a papa Francesco. E non riguarda solo il nostro Paese, ma tutte le nazioni in cui è diffusa la religione cattolica. Alle donne nella Chiesa è negato il potere, giacché è negato loro il sacerdozio. Eppure io credo che papa Francesco, che è uomo sensibile e intelligente, sappia in cuor suo che è cosa cattiva e ingiusta impedire ad una donna di abbracciare il sacerdozio. Credo che papa Francesco sappia in cuor suo, che la Chiesa basa la sua irremovibile posizione su un futile pretesto: “Gesù Cristo non ha chiamato alcuna donna a far parte dei dodici” (Inter Insigniores). Le ragioni, però, che “obbligarono” Gesù a non inviare delle donne “come pecore in mezzo ai lupi” (Mt 10,16), oggi non esistono più. Oggi non c’è nessuna ragione seria per escludere le donne dal sacerdozio. Se il Papa lo dichiarasse apertamente, nella Chiesa ci sarebbe davvero una rivoluzione. Rivoluzione che sicuramente avrebbe i suoi effetti anche sulla nostra società.

Veronica Tussi

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