Garavini (PD): „Informare sul dramma del femminicidio: un modo per festeggiare l’8 marzo“

La deputata PD ospite a Stoccarda dell’Iniziativa “Gewalt gegen Frauen”

“In Europa ogni giorno sette donne muoiono per mano dei loro partner. La prima causa di morte è la violenza esercitata da mariti, fidanzati, figli, amanti. Il tutto fra le mura domestiche. A livello mondiale, di violenza le donne muoiono più che di cancro, o a causa di incidenti stradali. Ecco perchè ci vuole un profondo cambio di mentalità, una rivoluzione culturale che miri ad eliminare pregiudizi e la giustificazione dell’uso della violenza contro le donne.” Lo ha detto Laura Garavini, deputata eletta nella circoscrizione estero, intervenendo a Stoccarda insieme alla scrittirice Stefania Catallo all’iniziativa “Gewalt gegen Frauen”, organizzata dal locale Istituto Italiano di Cultura.

“Trattare il tema del femminicidio nella commemorazione dell’8 marzo mi sembra davvero il modo migliore per festeggiare la festa della donna. Non solo interventi meramente formali. Bensí una preziosa occasione di informazione e di sensibilizzazione su un problema di attualità, il femminicidio, un fenomeno drammaticamente diffuso, non solo in Italia, ma anche in Germania”.

“Sono 62 milioni le donne in Europa che hanno subito violenze fisiche o sessuali a partire dall'adolescenza” ha proseguito la deputata, sottolineando: “Molto frequentemente le donne sono vittime di violenze commesse all’interno dello stesso nucleo familiare. L´84% delle violenze continuano ad avvenire in casa, all’interno di una relazione percepita come normale. E pochissime donne denunciano. In Italia il 93% delle violenze subite dal coniuge o dall’ex compagno non viene denunciato. Una mentalità che si può intaccare solo attraverso un tenace lavoro di prevenzione degli abusi e di sensibilizzazione culturale”.

“Ecco perchè trattare l'argomento della violenza contro le donne proprio in occasione dell'8 marzo può essere il modo migliore per festeggiare il giorno della donna, perchè significa contribuire a realizzare quel necessario ripensamento culturale, indispensabile per contrastare il fenomeno”.

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