LA DISCONTINUITA’

E’arrivato il tempo per voltare pagina. Nella realtà nazionale, che stiamo vivendo, non c’è più posto per i compromessi e le costrizioni politici. Lo abbiamo sempre scritto che fare politica non è fare diplomazia. Ci sono dei rischi da correre, anche perché non sempre l’idea si sposa con l’azione. Il passato è passato e non tornerà più. L’Italia può uscire, con dignità, da questa fase negativa; figlia della speculazione e d’interventi dissennati. Insomma, superate le “sceneggiate” nazionali, i botta e risposta da taverna, c’è bisogno di una politica “nuova” che superi le barriere della precarietà. Basta con le promesse mai mantenute, basta con gli attacchi che non consentono sbocco all’inventiva. Dopo tanto “limbo”, oggi si sono condizioni per sperare in meglio. Tramontato il “Bipolarismo”, vincerà chi saprà offrire agli italiani nuovi e razionali incentivi. La crisi non è finita, ma può essere, gioco forza, disgregata. Sulla scena politica italiana è in atto una trasformazione che porterà innegabili sviluppi anche nel quotidiano. Il Bel Paese avrà dall’Europa la fiducia che saprà meritarsi. Giorno, per giorno, con la consapevolezza che un cambiamento è in atto. Per la carità, non intendiamo rinnegare globalmente il nostro passato, perché qualche idea valida c'è stata, ma sono mancati gli uomini capaci di portarla a buon fine. Oggi l’abbiamo capito tutti. Gli arrivismi, gli accomodamenti, le “chiamate” dell’ultima ora, non potevano salvare l’Italia. Se non altro, la lezione è servita. Gli italiani torneranno a decidere del loro futuro, senza raffronti col passato. Dopo tanti impedimenti, si è compreso che l’onestà, nelle sue variegate manifestazioni, è una carta che si può sempre giocare e, se non si bara, può essere ampiamente vincente. Anche da noi, si è capito che più che su i partiti c’è da puntare sugli uomini. Sono state anche le crisi d’identità a condizionare l’evoluzione del Paese. L’emergenza, pur se ancora c’è, dovrà rientrare. Dopo la torchiatura fiscale, i sacrifici immotivati, la superficialità di chi ha avuto sempre tutto, senza offrire mai nulla, l’Italia s’avvia a quel rinnovamento che poteva essere varato già agli inizi di questo nuovo Millennio. Per andare oltre, ci vogliono idee e, soprattutto, uomini capaci di concretizzarle. La discontinuità, in ogni caso, non dovrà pesare sulle spalle del cittadino. Solo la “buona fede”, almeno in questo caso, non sarà sufficiente. Del resto, i Partiti nazionali sono anche troppi. Frazionare il potere non giova e la frantumazione delle strategie è stata una delle concause che ci hanno portato sull’orlo dell’abisso. L’emergenza, purtroppo, non è finita; ora Renzi, con la nomina dei vice ministri e sottosegretari al seguito, sembra intenzionato a contrastarla; cambiando, necessariamente, le regole del gioco politico. Entro questo mese, se ne dovrebbero apprezzare i primi raffronti. Ogni cedimento ci farebbe tornare indietro e l’UE non resterebbe a guardare. L’Italia avrà la fiducia che saprà conquistarsi. All’interno ed all’estero. Nulla di più. Chi tenterà d’osteggiare la discontinuità, scomparirà dall’affollato firmamento politico del Paese. Con buona pace di tutti; anche dei più scettici. Quelli che, purtroppo, non mancano mai.

Giorgio Brignola

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